venerdì 25 marzo 2016

TARAHUMARA: GLI INDIOS CHE CAVALCANO IL VENTO

La sfida è aperta a tutti. Provateci pure ma non vincerete.



Oggi vi parlo dei TARAHUMARA, una popolazione di circa 70.000 individui che risiede in Messico, esattamente nel territorio del Chihuahua. Tra di loro si definiscono “rarámuri” che significa “pianta idonea alla corsa” oppure “coloro che corrono bene”.
Vi chiederete il motivo di un simile termine.
Ebbene questo popolo è molto riservato e le persone sono reticenti; vivono in piccole case in legno o in caverne a grandi distanze fra di loro.


Questi insediamenti sono collegati da una rete di sentieri attraverso i quali i Tarahumara si spostano per cacciare, trasportare le merci e comunicare fra di loro. La particolarità è che lo fanno correndo, spesso a piedi nudi, a tutte le età e senza infortunarsi.
In questa tribù messicana dunque non corrono solo gli uomini, ma anche i bambini, le donne e gli anziani. Potremmo definire questo popolo come dei favolosi corridori endurance, poiché riescono a percorrere oltre 300 km alla volta in soli 2 giorni in sentieri improponibili ai comuni mortali.
Pensate che questi indios sono conosciuti per andare a caccia di cervi inseguendoli fino a farli morire di sfinimento.
Come se non bastasse sono riusciti anche ad irritare diversi ultramaratoneti americani super-allenati, battendoli nelle gara di endurance pur indossando semplici sandali (huarache).


Alcuni studi hanno dimostrato che loro non si infortunano perché corrono appunto a piedi nudi sfruttando lapredisposizione naturale del corpo a correre. Noi siamo abituati fin da bambini ad indossare calzature protettive e ormai ci troviamo con le gambe rigide e la postura trascurata. Le calzature ammortizzate ci costringono praticamente a correre in modo contro natura.
I Tarahumara, al contrario, non hanno mai abbandonato la loro forma di corsa naturale.
Fate una prova… se correte a piedi nudi farete punta-tallone (in lieve appoggio senza scarico completo) ed in questo modo il peso del corpo viene meglio trasmesso al suolo. La corsa con le scarpe ammortizzate ci “obbliga” a fare esattamente il contrario.
I Tarahumara, sono infine conosciuti per il rarahipa, una massacrante prova di endurance che rientra fra i loro riti di iniziazione. In questo rito i ragazzi calzano solo i loro huarache di pelle di cervo e iniziano a correre calciando una palla per ore ed ore. Vince chi resiste più a lungo, restando da solo a calciare il pallone.


A questo rito e a questo popolo Leonardo Soresi ha dedicato qualche anno fa il suo impegno narrativo.

“Il ragazzo che cavalcava il vento” è una grande avventura, una storia avvincente che parla di corsa e in cui il giovane protagonista Javier forgia il proprio carattere e i propri valori. Il rarahipa segnerà per il ragazzo l’entrata nella vita adulta, ma anche una grande sfida contro i propri limiti.
Quando Javier conosce la violenza, i soprusi, le ingiustizie sulla sua comunità da parte dei narcotrafficanti che si impossessano della sua terra, decide di provare a salvare il suo popolo coinvolgendo l’opinione pubblica.
La Western States Endurance sarà l’occasione giusta per far conoscere a tutto il mondo il drammatico destino degli indios Tarahumara.
Un libro bellissimo, una storia che si legge tutta d’un fiato. Un’avventura per chi ama immergersi nei grandi spazi, per chi vive l’attività sportiva come una sfida.
…. e per chi crede che la corsa sia innanzitutto una questione di mente e di cuore.

Fonte: InfinityRun


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