“Io mi alleno più per la discesa che per la salita”
Ricordo ancora una gara in
Valle d’Aosta di 100 km 6000D+, a metà mi trovavo intorno alla
centesima posizione. Al traguardo arrivai 15esimo.
Se sei bravo, è lì che puoi fare la
differenza e recuperare tutto quello che hai perso in salita.
È difficile spiegare come si fare ad
andare in discesa e come allenarla, perché dipende da molti fattori.
“La discesa nel trail e nell’ultra-trail è tutto”
Ogni atleta ha un modo più
congeniale di scendere, a seconda del proprio peso e stile di corsa; io
penso che sia una dote naturale, ma in qualche modo anche allenabile.
Come prima cosa, consideriamo il
fattore paura: la discesa in natura, che spesso avviene su fondo
sconnesso, fangoso e scivoloso può incutere timore.
Secondo me questo è l’ostacolo
principale…. come si combatte la paura?
La risposta è: allenandosi.
Lasciandosi andare sempre più e
sperimentandola in qualsiasi condizione: con fango, foglie, pietre bagnate si
acquisisce più sicurezza.
Può succedere di cadere, devi
metterlo in conto.
Altrimenti hai sbagliato disciplina.
Molto importante è scegliere
la scarpa giusta, che in certe condizioni può essere un
fattore molto limitante oppure di forte aiuto.
Io mi alleno anche al buio e se
posso accendo la luce frontale il meno possibile.
Cerco di abituarmi a vedere in tutte
le situazioni di luce e ad ascoltare i miei piedi.
Si, i piedi sono
fondamentali per buttarsi al meglio.
Uso la tavoletta propriocettiva non
solo per rinforzare le caviglie ma per ascoltare il piede.
Non vedo bene le scarpe a suola
alta che da tempo vanno per la maggiore.
“I trampoli lasciamoli al circo.”
Prendiamo ad esempio le scarpe
d’arrampicata o le pedule da montagna: il terreno va sentito, ascoltato. Avere
una buona suola non significa non sentire il terreno e stare a 20mm sopra di
esso.
Allenata la paura c’è poi la tecnica,
una dote naturale come dicevo prima quella di scendere, gli atleti agili magri
e reattivi sono avvantaggiati.
In inverno lavoro molto con i piedi:
saltelli, corda, spostamenti rapidi e poi metto tutto in pratica sul campo.
Più veloce e agile riesci ad
essere con i piedi più riuscirai a scendere veloce. Sarai in grado di
aggirare gli ostacoli e rischierai meno di scivolare.
Questo perchè meno tempo stai su un
ostacolo, ad esempio un sasso scivoloso, meno hai possibilità di cadere.
Ogni tipo di fondo ha la sua tecnica
congeniale.
La discesa è la disciplina che amo
di più, mentre vai giù ,balzi, vai veloce di gambe e devi guardare dove metti i
piedi, dove li dovrai mettere e anche il sentiero. Ecco perchè è importante la
sensibilità del piede, perché dobbiamo riuscire a non guardare sempre dove
mettiamo i piedi , per avere una visone completa di quello che stiamo facendo.
Concentrazione. Ci vuole tanta concentrazione e anche molto
controllo.
Può capitare di sbagliare, di
prendere una radice, scivolare su una pietra.
Ma più sei veloce di gambe, più sei
in grado di prendere in mano la situazione e non cadere.
Io alterno questa tecnica ad una che
è più devastante muscolarmente e che puoi usare solo se hai predisposizione di
buoni quadricipiti e molto allenamento.
Utilizzando la tecnica più
muscolare, tibiali e quadricipiti si riempiranno a tal punto che comprometterai
pure la salita; gli atleti più pesanti e meno agili saranno più portati a
scendere in questo modo anche senza allenamento, ma sicuramente è una
tecnica più dispendiosa dal punto di vista muscolare.
La mia tecnica consiste nel
buttarsi giù a “cinghiale” e balzare come se fosse
una corsa ad ostacoli; mentre sono in volo ho tempo per vedere dove
mettere l’altro piede e rimbalzare.
Se sbaglio un appoggio, ho la fase
di volo per aggiustare il tiro.
In tutto questo, il minimo comune
denominatore è il controllo; se abbiamo fatto un buon
allenamento muscolare riusciremo ad avere il controllo di noi stessi e mettere
in pratica anche le varie tecniche.
Alla fine di un ultra-trail,
dove si è sfiniti, si cammina anche in discesa perchè i dolori e la
stanchezza non ci permettono di essere lucidi e di saltare per superare
gli ostacoli.
Ricordiamoci che senza allenamento
la discesa diventa un arma a doppio taglio perché può diventare poco divertente
e in alcuni casi anche pericolosa.
Se invece
siamo allenati e concentrati, i sentieri diventano un grande luna park e non
smetteremo mai di divertirci scendendoli ‘a bomba‘.
Gianluca
Di Meo | Atleta Mud and Snow
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