Pubblico molto volentieri questa bella analisi elaborata da Adrea Fergola, Istruttore Tecnico Nazionale di Trail Running, che tra l'altro condivido in toto, che mette in evidenza come negli ultimi anni ormai il mondo del trail stia subendo un radicale mutamento che lo sta portando ad un lento ed inesorabile declino.
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Periodo particolare per il trailrunning italiano. Stiamo assistendo ad un vero e proprio cambiamento epocale per questa disciplina. Ovviamente in questa fase di mutazione prevale la totale confusione.
Cercherò di fare un po’ di chiarezza per coloro che si sono avvicinati da poco e per quelli che non masticano queste dinamiche.
Partiamo da lontano, quando il trailrunning era composto da un nutrito esercito di amici che si sfidavano in competizioni su sentiero, dove prevaleva l’amicizia e il sentimento puro dello stare in natura.
Una considerevole fetta di podisti da bitume si trasferì su sentiero, affascinati dall’incanto del contesto in cui si sviluppa la disciplina (questo processo non si è ancora arrestato). Si organizzarono le prime manifestazioni di Trail e Ultratrail con una sorta di autogestione nel confezionarle, sperando nel successo dell’evento. La maggior parte delle manifestazioni godettero di questa buona sorte, tanto da accendere entusiasmi di molti organizzatori.
Ovviamente il passo verso il chiedersi come gestirle e renderle più sicure fu breve. Nacque così l’esigenza di stilare un protocollo d’intenti per definire delle linee guida per tutti gli organizzatori. A gestire questo importante evento all’epoca fu il forum di Spirito Trail nel lontano 2008 a Morfasso, dove parteciparono i primi e più importanti organizzatori trail. La cosa primaria che emerse da quell’incontro fu quella di mettere in evidenza la profonda differenza fra trail e la corsa su strada (qui trovate il documento: manifestotrail_2008_morfasso).
Nel giro di un paio di anni gli organizzatori si moltiplicarono. Spirito Trail divenne punto di riferimento nazionale, da webzine a rivista cartacea, ma la sua vera forza rimase il forum, spazio d’incontro virtuale di tantissimi appassionati, e come tutte le passioni i temi caldi venivano snocciolati in scontri frontali fra gli utenti.
Da Morfasso ad Albisola passarono un paio di anni, la redazione di Spirito Trail organizzò un ennesimo importante incontro fra organizzatori, sempre sulla spinta dettata dalla necessità di elaborare delle regole sempre più precise tentando di uniformare l’impegno degli organizzatori. E fu così che nel novembre del 2010 si svolse questo importante summit. La platea rispetto a Morfasso fu decisamente più numerosa, in quanto il numero delle manifestazioni crebbe esponenzialmente. In quella sede si definì quello che ancora oggi vige come protocollo di riferimento fra gli organizzatori trail in Italia (qui puoi trovare il documento). All’epoca non esisteva nessuna federazione di riferimento.
E fin qui tutto bene…per dare un’ufficialità al documento necessariamente tutto questo lavoro passò sotto l’unico E.P.S. (Ente di Promozione Sportiva) che all’epoca riconobbe il trailrunning come disciplina sportiva, la U.I.S.P. che già a suo tempo decise di definire a sua volta un documento con gli stessi concetti di Albisola (qui puoi trovare tutti i documenti ).
Questa, in maniera abbastanza sintetica, è la storia della nascita ufficiale del trail in Italia, ma oggi qualcosa d’importante e di radicale sta avvenendo !!
Il trailrunning, come molti avevano previsto, è diventato un importante movimento dove si contano migliaia, se non milioni, di appassionati che ogni domenica si sfidano in competizioni, si radunano in autogestiti o partecipano a trail camp.
Tutto questo movimento ha stuzzicato gli appetiti di molti brand ed organizzatori, federazioni ed E.P.S. Ad oggi si organizzano eventi veramente importanti come il Tor des Geants o la Lavaredo Ultratrail. Ma la cronaca più recente ha messo in luce quello che tutti noi appassionati non avremmo mai voluto assistere, cioè lo smembramento della disciplina più bella al mondo.
Da Circuiti Trail commerciali agli urban o city trail ritenuti come effetto collaterale rispetto ai protocolli sopra menzionati, a bisticci fra organi istituzionali e società sportive, (vedi questione Tor). Vorrei anche menzionare la questione F.I.D.A.L. che sta cercando di capirci qualcosa dopo il riconoscimento internazionale, ovviamente aiutata da un lavoro già pronto e confezionato.
Alcuni dei sostenitori dello spirito libero del trail, proprio loro, stanno lasciando che il trailrunning prenda la “strada”, perchè di fatto non trattasi certamente di sentiero, verso coloro che non propriamente hanno dimestichezza nelle dinamiche trail, provenendo da realtà differenti e molto più agonistiche, con premi in denaro e contesti differenti come la pista di atletica piuttosto che il cross o la corsa su strada …speriamo almeno che non impongano regolamenti che andrebbero sicuramente stretti a molti trailer.
In tempi non sospetti molti si chiesero se veramente valesse la pena di creare una Federazione ad hoc, con principi eticamente corretti conservatrice delle dinamiche ambientali già espressi nei due protocolli, ma ahimè il tempo e la volontà di molti non permisero neanche l’inizio di questo percorso.
Questione chiusa ?? Non saprei…ma una cosa è certa che se si continua in questa direzione del trailrunning rimarranno solo le ceneri.
Fonte: TrailRunnin.it
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