lunedì 20 novembre 2017

VETRINA SCARPE PER IL WINTER RUNNING


Non c’è dubbio, il winter running è un’attività sempre più diffusa, che comprende sì la corsa sulla neve ma che più in generale abbraccia tutte quelle declinazioni della corsa invernale tanto cara a noi appassionati di montagna che proprio non vogliamo saperne di lasciare le scarpe da trail sullo scaffale fino a primavera.
Per alcuni di noi, l’off-season è il periodo ideale per predersi una sacrosanta pausa dal trail running, dedicandosi allo scialpinismo, alle ciaspole o più semplicemente concentrandosi un po’ sulla corsa su strada. Se invece le montagne innevate vi chiamano e volete farvi trovare pronti, date un’occhiata ai modelli più interessanti attualmente sul mercato per la corsa sulla neve e sul ghiaccio, e se vi fa piacere venite a trovarci sul forum di Spirito Trail per chiacchierarne insieme.

 
  
Scarpa Atom S EVO OD (340 g)
Quando si mischiano le carte e ci si muove al di fuori di quei confini concettuali che sovente riteniamo inamovibili, succedono cose bellissime. Ed è esattamente ciò che è accaduto quando Scarpa ha presentato la prima versione della Atom S: una scarpa per correre sulla neve, impermeabile, leggera e completamente votata alla performance, con la grande idea, presa in prestito dai modelli da alpinismo di altissima fascia del calzaturificio di Asolo, di spostare la ghetta impermeabile all’interno della scarpa invece che all’esterno, come consuetudine. Il risultato è una scarpa agile, reattiva, veloce, completamente impermeabile grazie alla membrana Outdry e con un’ottima gestione sia della temperatura, sia della traspirazione. In questa nuova versione, pur mantenendo il nome della gloriosa Atom, l’impianto di base ricorda molto da vicino la Spin, sia per quanto riguarda tomaia ed intersuola, sia soprattutto per ciò che concerne la suola, molto più aggressiva rispetto alla versione dell’anno scorso.





Peregrine 7 ICE+ (272 grammi)
Due parole, su tutte: Arctic Grip. Vi dice nulla? La suola con cui Vibram intende rivoluzionare completamente il mondo delle attività outdoor su neve e ghiaccio vi lascerà senza parole, esattamente come successe al sottoscritto quando la provai durante la fiera invernale di ISPO due anni fa. Stabilità e presa assoluta persino su un blocco di ghiaccio vivo, ottenuta con un lavoro di ricerca e sviluppo durato anni, vi garantiranno tutta la trazione che vi serve per i vostri allenamenti invernali.  Il tutto, realizzato integrando gli inserti Arctic Grip su una chassis di suola POWERTRAC classica, targata Saucony, estremamente durevole e con una buona resa generale. Tomaia impermeabile Rundry, ammortizzazione essenziale ed inserto EVERRUN sul tallone per migliorare gli atterraggi. Una scarpa che promette faville su percorsi filanti, ma soprattutto ghiacciati!






La Sportiva Tempesta GTX (340 g – 169€) e Uragano GTX (350 g – 189€)
Due nuovi modelli dedicati alla neve per la casa di Ziano di Fiemme, due scarpe strutturate e progettate sull’impianto della Mutant per quanto riguarda la suola e l’intersuola. Membrana Goretex per mantenere i piedi all’asciutto, una suola con mescola Frixion Blu (alta resistenza e performances ottimali su fondi morbidi) e un’allacciatura raffinata per la nuova arrivata in casa La Sportiva. La Uragano presenta una mini-ghetta integrata che sale fino all’altezza della caviglia, per evitare alla neve di entrare, mentre per la Tempesta la membrana protettiva lascia libera la caviglia, limitandosi a proteggere solo il collo del piede. Per entrambe, un drop di 10 mm e un peso che si aggira intorno ai 350 grammi, con l’interessante possibilità di aggiungere gli spike da ghiaccio di La Sportiva, avvitandoli direttamente sui tasselli della suola.



  

Salomon Snowcross 2 CSWP (362 g  - 200€)
Un modello molto interessante, questa nuova Snowcross di Salomon, dedicata in particolare agli amanti delle Speedcross (della quale mantiene la pianta e la struttura generale anche a livello di calzata) che cerchino una scarpa adatta alla corsa sulla neve o comunque in condizioni invernali. La ghetta integrata è di ispirazione classica, fasciante e ben chiusa da una zip a tutta lunghezza, che lavorando insieme alla membrana ClimaSalomon mantiene il piede sempre caldo e asciutto. La protezione è ottimale, non mancano gli inserti in plastica rigida per proteggere il piede dagli urti. In questa seconda versione, la Snowcross perde gli spike integrati nei tasselli della suola Premium Wet Traction Contagrip, che ora ricorda in tutto e per tutto una Speedcross: meno presa sulla neve ghiacciata, dunque, ma molta più versatilità per tutte quelle situazioni in cui gli spike sarebbero più un limite che altro.



Fonte: Spiritotrail







giovedì 19 ottobre 2017

ULTRA TRAIL: QUANDO LA CORSA PUÒ DIVENTARE DANNOSA





Come prevenire gli effetti deleteri
Amo correre. Desidero precisarlo per non apparire prevenuto nei confronti della corsa. E sottolineo che amo particolarmente la corsa su strade sterrate, sentieri scoscesi e a stretto contatto con la natura incontaminata. Adoro quella sensazione di libertà, quasi di onnipotenza, che la corsa in ambiente selvaggio regala generosamente passo dopo passo, respiro dopo respiro, avanzando, sovente con piacevole fatica. Emozioni che ne’ la pista d’atletica, ne’ il monotono tapis roulant riescono a donare. La corsa, e’ noto, praticata regolarmente, non solo migliora i parametri cardiovascolari abbassando la pressione a chi è iperteso e la frequenza cardiaca a chi e’ tachicardico, ma ottimizza i dati respiratori tra i quali la capacità polmonare. Ha effetti benefici sulle dislipidemie e in particolare sul rapporto trigliceridi/ HDL che nella norma dovrebbe essere inferiore o uguale a 1 e nella perfezione prossimo a 0,5.

Abbassa l’infiammazione cronica silente e la glicazione, due tra i più temibili fattori di invecchiamento precoce e deleterio. La corsa, inoltre, e’ in grado di liberare sostanze endorfiniche, i cosiddetti endocannabinoidi, a potente valenza anti depressiva e anti stress con  miglioramento dell’autostima e della forza interiore. Corsa dunque come terapia e non solo come attività sportiva. Ma la corsa può anche essere il nostro peggior nemico se si diventa suoi sudditi, schiavi della dipendenza e della necessità di correre troppo spesso e troppo a lungo. Ho corso la maratona e anche una ultra maratona ma non ho mai dimenticato che Filippide, il primo maratoneta, comunque, morì al termine dei 42 km.

Durante i miei corsi di medicina antiaging, ricordo sempre ai partecipanti che per mantenersi in salute e godere di una giovinezza prolungata, occorre allenare con costanza e determinazione tutte le componenti, ovvero forza, resistenza, elasticità, equilibrio, coordinazione e forza esplosiva oltre alla destrezza e alla agilità. Purtroppo, invece, è dato osservare la predilezione, talvolta ossessiva, verso una sola di queste. Sono sempre più frequenti forme esasperate di attività in un solo settore a discapito degli altri: giovani che si gonfiano in palestra ma incapaci di correre in velocità per pochi km o al contrario smunti ed emaciati maratoneti in evidente sarcopenia, privi di normale massa muscolare. Sia uomini sia donne. Ed è ancora più evidente nei soggetti over 45-50 anni, quando la fisiologica endocrinosenescenza peggiora lo stato.

Oggi sono di gran moda le competizioni di corsa estreme, sia per la qualità dell’ambiente, sovente ostile, sia e soprattutto  per la lunghezza e la durata. Non mi riferisco alle corse a tappe, ove è previsto un tempo di riposo e di recupero, ma a quelle gare non stop che durano giorni e giorni con variazioni di pendenza micidiali, delle quali la più conosciuta in Europa e’ certamente il Tor des Geants : 330 km con un dislivello impressionante di 24.000 mt. Certamente il richiamo di queste gare è ammaliante e per alcuni irresistibile, e confesso di averci pensato più di una volta, ma il sapere medico ha prevalso sull’ambizione sportiva. Ma quali sono gli effetti sul corpo di una prestazione così al limite o meglio oltre il limite per quasi tutti i partecipanti ad eccezione di quei pochi, geneticamente favoriti e con impeccabile preparazione psicofisica oltre che integrativa?

Analizziamoli singolarmente:
1) Elevatissimo stress ossidativo, ovvero forte disequilibrio tra produzione di radicali liberi e sistema endogeno antiossidante. Queste specie chimiche reattive danneggiano il nostro organismo a tutti i livelli, soprattutto quelli più nobili, come il DNA, la membrana citoplasmatica e il mitocondrio, motore energetico della cellula, estremamente sensibile all’ossidazione.

2) Alterazione del corretto  assetto ormonale con ipersecrezione di cortisolo da parte della zona corticale surrenalica e inversione o appiattimento della curva di produzione. Come è noto il picco fisiologico di cortisolo si manifesta al mattino mentre il nadir e’ alla sera, quando  l’epifisi inizia a secernere melatonina, suo principale antagonista insieme al GH di cui è sinergica. L’ipercortisolemia, conseguente allo stress cronico derivante da una gara così dura e così devastante, attraverso il meccanismo della neoglucogenesi muscolare, utilizza gli aminoacidi per produrre glucosio a fini energetici con la conseguente demolizione delle fibre del muscolo. Inoltre si attua il cosiddetto furto del pregnenolone, un neurosteroide basilare per la salute cerebrale. Questo ormone, determinante per la memoria, la lucidità mentale e la fluidità del pensiero e dell’eloquio, e’ il progenitore degli ormoni sessuali maschili e femminili, tra i quali  anche il DHEA  e il testosterone. Il pregnenolone, in occasione di stress prolungato come una gara così impegnativa e duratura, viene sequestrato per la produzione di cortisolo invece degli ormoni sessuali ad azione anabolica con conseguente calo degli stessi, oltre che del pregnenolone. Le atlete di sesso femminile non ancora in menopausa vanno facilmente incontro a quadri di amenorrea da squilibrio ormonale con problemi anche di infertilità.

3) Alta infiammazione sia acuta sia cronica silente, dovute al superlavoro della macchina corporea. Tutti gli indici di infiammazione, al termine di una competizione così massacrante, sono alterati: VES, proteina C reattiva, fibrinogeno, oltre alle meno conosciute citochine, tra le quali la IL 6 che ha anche azione promuovente l’ osteoporosi, attivando gli osteoclasti. Pochi, molto pochi sono gli atleti che non presentano livelli alti di infiammazione dopo una gara siffatta.

4) Degenerazione cartilaginea da usura, con diminuzione degli spessori e della normale lubrificazione. Ciò porta facilmente ad artrosi e artrite con possibili lesioni traumatiche tendinee e ligamentose. Solo pochissimi atleti, dotati geneticamente e con una rigorosissima preparazione fisica oltre ad una meticolosa supplementazione  condroprotettiva possono esserne esenti, soprattutto se in giovane età. Coloro che hanno superato i quarant’anni, e talvolta anche prima, sono i più vulnerabili perché già fisiologicamente hanno un comparto cartilagineo più debole per un’ accelerazione dei fenomeni catabolici rispetto a quelli anabolici.

5) Carenza di serotonina e melatonina dovuto alla privazione del sonno nelle gare non stop, in seguito alla rottura del normale ritmo sonno- veglia. Ricordo che la melatonina ha anche azione antiossidante e immunostimolante e la sua carenza, unitamente al rialzo del cortisolo, ad attività immunodeprimente, comporta facilità di infezioni e malattie da deficit immunitario nel periodo post gara, talvolta con sindromi autoimmuni.

Allora, alla luce di tutto ciò, gli appassionati dovranno rinunciare a competizioni così estreme? Purtroppo talvolta sì, se si è costituzionalmente vulnerabili. In altri casi ci si dovrà preparare non solo con adeguato allenamento ma con un’attenta supplementazione affidandosi ad esperti nel campo degli antiossidanti, antinfiammatori naturali, degli stimolatori endogeni ormonali, ovviamente non dopanti,  e dei condroprotettori. Il fai da te, in gare di tale genere, può essere estremamente pericoloso.


Francesco Balducci
Dott. Francesco Balducci medico esperto in medicina antiaging e potenziativa . Scuola superiore post Universitaria AGORA’ di Milano e Università La Sapienza di Roma. Personal Trainer. Nutrizionista paleo dieta Maestro di kayak fluviale FICK.





lunedì 16 ottobre 2017

MAROCCO ULTRA TRAIL ATLAS TOUBKAL - UN VIAGGIO VISSUTO A METÀ


A volte le scelte che poi lasciano un ricordo indelebile nella vita, vengono prese d’istinto, senza star li a pensarci troppo…. Correre l’ULTRA TRAIL ATLAS TOUBKAL in Marocco è stata una di queste!!!
Le preoccupazioni prima della partenza non sono poche…. Gara lunga in territorio completamente sconosciuto…. Passaggi a quote elevate…. Organizzazione Francese, quindi essenziale, pochi ristori, tratti lunghi da percorrere in zone completamente isolate, senza vie di uscita…. di sicuro non è il solito “menù” che ti propongono per le gare da correre in Italia!!! Però a volte bisogna osare nella vita!!! Osare per fare un viaggio, da vivere con gli amici, Alberto e Massi, con i quali condivido da tempo questa passione….
L’organizzazione si dimostra subito efficientissima…. Trasporto navetta, campo base organizzato con le tende, consegna pettorali, assegnazione posti letto, pranzo, cena, tutto funziona perfettamente…. Tutto intorno le montagne dell’Atlante, aride, brulle, alte, parecchio alte…. Il punto più in quota della gara segna quasi 3700 mt..!!!
Partiamo il Sabato alle 6 di mattina, è ancora buio, la giornata però si preannuncia splendida…. Le sensazioni sono ottime…. Come al solito deve ancora iniziare la giornata e già non vedo l’ora che scenda la notte…. Si…. amo correre di notte, il silenzio, il buoi, la ricerca del sentiero, la concentrazione nel cercare l’appoggio, lo sguardo che vaga nel vuoto, le luci delle frontali davanti e dietro a te che ti indicano quanta strada devi ancora percorrere e quanta ne hai già percorsa….. dandoti quella sensazione di sconforto e contentezza allo stesso tempo!!!
Il paesaggio è fantastico, lunare…. Tutto intorno solo sassi e qualche cespuglio di erba secca…. e poi il contrasto…. la dove scorre l’acqua dei torrenti sul fondo delle valli, tutto intorno la vita…. erba rigogliosa, alberi…. bambini che giocano, donne che lavano i panni, si perché la in mezzo al nulla abbiamo attraversato numero villaggi berberi…. Queste genti che vivono solo con quello che possono ricavare dalla loro terra, con le case fatte di sassi e fango…. Una cultura lontana anni luce dalla nostra, un modo di vivere che la nostra generazione ha letto solo sui libri…. Un modo di vivere essenziale, senza nessun agio…. Però malgrado questa vita estremamente dura, sempre sorridenti soprattutto i bambini che ti corrono in contro e ti sorridono quando passi!!!
I sentieri scorrono sotto ai piedi, si è alzato il sole e fa caldo, continuiamo ad andare con passo costante…. Si fa fatica a progredire, si corre poco il fondo è estremamente tecnico, sassi, sassi dappertutto, salite ripide…. Centelliniamo l’acqua, i ristori sono pochi e l’altezza disidrata velocemente!!!
Arriviamo al punto di controllo 4, 50 Km andati…. Questo punto di controllo lo ricorderò a lungo perché mi ha lasciato un grande sconforto!!! Qua infatti si è interrotto il viaggio, Massi e Alberto saggiamente decidono di fermarsi…. Io riprendo da solo ma non sarà più lo stesso andare…. Avevamo pianificato questa gara per mesi…. Volevamo viverla assieme, dall’inizio alla fine…. Purtroppo non è stato così!!!
Saluto gli amici e riprendo la marcia…. Le parole di Massi e Alberto le porterò con me fino all’arrivo…. “Max  vai fino alla fine”!!!
Ormai sta facendo buio, la temperatura scende e rende più agevole la corsa…. L’obiettivo ormai è chiudere la gara…. testa bassa, mani sui bastoncini, un passo dopo l’altro….. si alza la luna, luna piena che illumina la via e le cime circostanti….
Proseguo ad oltranza, quasi sempre da solo…. Raggiungo il punto più alto della gara…. il sentiero ripido finisce all’improvviso su una piana…. la attraverso e poco dopo riprendo un sentiero ripido che inizia a scendere…. I chilometri sulle gambe sono sempre di più, la stanchezza sale….. inizia ad albeggiare, ormai manca veramente poco…..
Il sentiero continua a salire, ripido, il cuore batte a mille…. E finalmente eccole la in lontananza… le due bandiere rosse che indicano la forcella da dove sci scende all’arrivo, al campo base, le due bandiere sulle quali avevamo sognato nei giorni prima della gara…. avevamo detto “arrivati qua è fatta”!!!
Sono arrivato, mi mancano gli amici, ma devo comunque onorare la gara, devo onorare il Loro augurio “Max vai fino alla fine”!!!
Ecco…. Finita!!! Taglio il traguardo quando l’accampamento sembra ancora addormentato, poca gente in giro…. Lo speaker annuncia il mio arrivo e si complimenta…. Lo fa in francese e non capisco praticamente un tubo!!! Ma va bene così!!!
È stato un viaggio…. Un viaggio che però si è interrotto a metà!!!
Di sicuro ci rifaremo… to be continued


Marini Massimo



venerdì 13 ottobre 2017

TOUBKAL LA GARA È FINITA PRIMA DEL TEMPO IL VIAGGIO NO


La gara è finita prima del tempo , il viaggio no. Pretenzioso pensare di chiudere una gara del genere dopo 40 giorni di stop, con un ginocchio malconcio e una forma latente. Ci ho provato, ho dato tutto fino all'ultima goccia della mia energia, ho messo da parte il dolore , mi sono fatto guidare dai miei occhi , dalle mie sensazioni, dai miei sogni, dalle mie speranze, ma ho dovuto dire stop, fermarmi, perché la montagna è anche questo.... capire quando l'interruttore si spegne e lasciare il gioco alla parte che gli compete, godere di quello che hai vissuto e vivere del presente. Peccato, volevo viverli tutti questi 105 km, prendermi la montagna di giorno e di notte, farmi guidare dalla luna che rifletteva in quel paesaggio essenziale, condividere  l'ennesima avventura con  Massimo e Alberto.
Massimo l'unico dei tre che si è preso il merito di finisher, io e Alberto, che invece ci siamo presi  l'altro viaggio, quello che, finito l'ardire agnostico, ci ha portato a andare per monti con ritmi blandi e occhi aperti.

Ci siamo presi la notte stellata in una tenda montata in mezzo alla montagna, la cena condivisa con nuovi amici, il silenzio assordante della nottata, lo sguardo severo delle cime sovrastanti, la tranquillità dei nostri pensieri….
E' stato bello, salire a cercare quelle forcelle messe in posizione verticale, è stato duro combattere l'altitudine e l'aria rarefatta che ti seccava labbra e bocca, è stato emozionante perdersi in quel paesaggio lunare.
E' stato bello incontrare villaggi berberi dove l'unico forma di progresso era l'antenna satellitare sui tetti delle casa fatti di fango e roccia rossa.

E' stato bello essere accompagnato da nuvole di bambini che con un sorriso incastrato in un  viso dolce ti chiedevano bon bon o qualsiasi cosa che gli potesse regalare un po' di novità e felicità.
È stato bello ritrovarsi in un  mondo talmente diverso dal nostro da non capire come possa esistere tale differenza di vita, come si possa vivere di così poco, di cose essenziali, di una economia basata sul sostentamento, senza fronzoli, senza eleganza, senza apparire.

Noi con le nostre scarpe super tecniche, loro con i lor infradito o ciabattine da piscina che saltellano da masso a masso. Le donne o le bambine camuffate da donne, con enormi fasci di erba a risalire la montagna per portare cibo ai loro animali, o piegate al fiume a lavare i loro panni sbattendoli sulla roccia come si faceva un tempo. Tutto fermo, tutto estremamente  affascinante per noi che veniamo da un mondo frenetico e appariscente,  ma immensamente duro per loro, che da li non ritorneranno a casa una volta stufi e non avranno nulla da raccontare sotto forma di avventura, questa per loro è solo realtà, per noi una parentesi da raccontare.

Altro mondo, altra dimensione, altra storia. Tu li ha provare il tuo fisico per gioco, loro a provare il loro fisico per vivere.
Il loro sorriso, la loro gentilezza, il loro rifiuto a farsi fotografare....
Passi nel villaggio e sei a disagio, non vuoi disturbare il loro vivere, li guardi, corri, passi oltre, ti domandi.. continui con il tuo fiatone, impugni i tuoi bastoni, viaggi e ti domandi.

Cerchi la cima, procedi cerchi la gara, pensi, ti fai cullare da quelle splendile vallate, quelle montagne aride, come arida è la vita che le circonda .

Scruti, guardi, osservi. I  loro muli domati da selle colorate straripanti di ogni tipo di merce, i loro vestiti colorati e consumati, i loro occhi ridenti,  la loro fierezza…. c'è molto da scoprire e c'è molto da vivere.
E' stato bello, e' stato un viaggio….... è stata una bella esperienza condivisa con chi la volevo condividere, i miei amici Massimo e Alberto, una certezza che rassicura il mio andare in montagna. 

Anche questa volta ho rivissuto quella sensazione che salendo solo verso  l'alto hai.
Il cuore a mille, il respiro incastrato nel tuo corpo che vorrebbe far esplodere i tuoi polmoni, il sudore che cade dalla tua fronte, le gambe che spingono, il corpo che cerca adeguamento, gli occhi che cercano …..

Trovare una cima, scenderla, saltare di qua e di la, correre dove riesci a farlo, camminare dove non riesci a correre.... è quello che cerchiamo è quello che vogliamo... grazie Marocco, grazie di tutto.... è stato bello.
  
alla prossima

Massimiliano Tebaldi




domenica 1 ottobre 2017

Corri per Monica - Save the Date!



Manifestazione a carattere ludico motorio in circuito di 7,5 km (3 giri da 2,5 km)

Mercoledì 1° Novembre 2017 ore 9:15 – Chirignago (VE)


L’A.S.D. AMATORI ATLETICA CHIRIGNAGO organizza per Mercoledì 1° Novembre 2017 la 10° edizione della “CORRI PER MONICA”, manifestazione di corsa su strada di km 2,5 / 5,0 / 7,5 a carattere ludico motorio a passo libero aperta a tutti, anche agli amici animali.


NOVITA’ 2017La corsa partirà dal parcheggio dell’Istituto Salesiani in via dei Salesiani 15,  (circa a metà percorso delle scorse edizioni). Sarà possibile utilizzare il parcheggio privato dell’Istituto e, presso la palestra saranno disponibili spogliatoi, bagni e deposito sacche custodito.


La manifestazione si corre in circuito ed ogni giro misura 2,5 km con la possibilità di scegliere se fermarsi al 1°, al 2° giro oppure completare i 3 giri.
Il primo giro si correrà dietro la “Safety Bike” ossia una bici che detterà il ritmo, e nessuno potrà superarla, pena la squalifica. La manifestazione si correrà su un percorso pianeggiante e veloce.


ISCRIZIONI:
€ 2.50 quota partecipazione che include: braccialetto personalizzato, ristoro finale e Assistenza Medica a cura della Croce Verde di Mestre. Medaglia ricordo per TUTTI i bambini. Per i nati dopo il 2007 la quota è  di € 1.50.
Le iscrizioni si accettano la mattina della gara fino alle ore 9:00.


PROGRAMMA ORARIO:
Ore   8:15 - ritrovo concorrenti c/o Istituto Salesiani in via dei Salesiani 15
Ore   9:15 - Via alla 10° CORRI PER MONICA
Ore 10:15 - inizio premiazioni


RESPONSABILITÀ:
L’rganizzazione, pur avvalendosi di tutte le garanzie al percorso, non si assume responsabilità per eventuali incidenti o danni. Ogni atleta è pregato di provvedere per sé stesso. Si declina ogni responsabilità civile e penale per episodi non prevedibili. I partecipanti sono tenuti a rispettare l’art. 190 del Codice della Strada.


RECLAMI:
Visto il carattere ludico motorio della manifestazione NON verranno accettati reclami.


INFO:

Michele Nodari: 348 8400574 – mnodari@tiscali.it        |        Nadio Santello: 320 1763130





giovedì 7 settembre 2017

VETRINA BASTONCINI 2017




Nella tradizione alpina, aiutarsi durante la progressione in montagna utilizzando un bastone è sempre stata una pratica tanto semplice ed intuitiva quanto diffusa. Il passaggio dagli “alpenstock” ai bastoncini rigidi da sci, resistenti ma pesanti, a quelli da trekking a lunghezza regolabile sempre più leggeri è stato un processo graduale che è andato di pari passo con l’evoluzione dei materiali e dello stile di andare la montagna.
Affrontare le lunghe salite con i bastoncini può fare un’enorme differenza, ammesso però di usarli in maniera corretta ed efficiente. Con il diffondersi della pratica del trail running in tutto il mondo e con l’avanzare della tecnologia oggi possiamo contare su decine di modelli diversi, più o meno leggeri e compatti e con caratteristiche e finalità d’uso differenti. Ai più diffusi modelli “a sonda”, che riprendono per l’appunto la struttura con cordino passante interno per il fissaggio delle sezioni alla manopola (come nella sonda scialpinistica da soccorso in valanga), si affiancano quelli più tradizionali di tipo telescopico, con fissaggio ad avvitamento o a sgancio rapido. In questa vetrina vi proponiamo alcuni modelli che riteniamo particolarmente interessanti, sperando possano servirvi come riferimento per la scelta del vostro prossimo compagno di viaggio.

LEKI
Modello: MICRO TRAIL PRO
Peso: 195 g
Materiale: Carbonio
Prezzo consigliato: 149,95 €

Descrizione: Bastoncino pieghevole per il trail running, versatile ed estremamente leggero grazie alle canne in carbonio al 100%. Trigger Shark 2.0 e Trigger Shark Active Strap per una migliore impugnatura e un trasferimento della forza più diretto. Supporto e prolunga dell'impugnatura Thermo per un comfort ancora maggiore. Rotella intercambiabile Fin Vario per qualsiasi condizione. Disponibile nelle lunghezze 115 - 135 cm.
Le nostre impressioni: Semplicemente il primo della classe. Costoso sì, ma senza dubbio uno dei migliori compromessi fra peso, resistenza flessionale, assorbimento delle vibrazioni e trasportabilità. L’impugnatura “nordic” a sgancio rapido è di una comodità sorprendente, e il sughero vince il confronto con qualunque forma di imbottitura sintetica. Perfetto per qualunque distanza e qualunque attività: un bastoncino che non delude le aspettative.



  
Modello: MICRO RCM
Peso: 173 g
Materiale: Carbonio
Prezzo consigliato: 149,95 €

Descrizione: Il più leggero bastone pieghevole LEKI in carbonio. Tecnica pura e design minimalista. L'impugnatura RTC Foam con Skin Strap regolabile offre una superficie di appoggio confortevole su terreni accidentati, così come l'impugnatura con prolunga Thermo dona un comfort aggiuntivo. Il sistema Fin Vario offre, inoltre, una stabilità ancora maggiore su qualsiasi terreno. Disponibile nelle lunghezze 115 - 135 cm.
Le nostre impressioni: Davvero un peso piuma, un modello interessante e innovativo, con la consolidata struttura a sonda a tre sezioni ad incastro e aggancio rapido. Impugnatura classica in schiuma sintetica, molto morbida, lacciolo essenziale ma confortevole. Interessante il puntale intercambiabile Fin Vario, presente anche nel modello Micro Trail Pro, che offre la possibilità di alternare una punta di tipo invernale ad una più adatta all’uso estivo. Anche in questo caso, eccellenza allo stato puro.



Modello: MICRO STICK CARBON
Peso: 192 g
Materiale: Carbonio
Prezzo consigliato: 129,95 €

Descrizione: Quando fai trekking con il bastoncino Micro Stick Carbon il tuo tempo libero sarà sportivo ed elegante come non mai. Il meccanismo Push Button Release permette un rapido e semplice montaggio e smontaggio, le confortevoli impugnature Aergon e le canne in carbonio super leggere e rigide, ti consentono di compiere le tue escursioni in tutta allegria.
Le nostre impressioni: Un modello ibrido, d’impostazione più tradizionale per quanto riguarda l’impugnatura ben strutturata di stampo trekking, con pomello superiore molto ampio che si è rivelato comodo in alcune salite particolarmente ostiche. La struttura in carbonio è molto solida ed efficace nell’assorbimento delle vibrazioni, il lacciolo minimale è traspirante ma per alcuni utilizzatori potrebbe risultare sottodimensionato. Infine, molto valida l’impugnatura allungata, davvero utile in salita.


DYNAFIT
Modello: DYNAFIT VERTICAL
Peso: 215 g
Materiale: Alluminio
Prezzo consigliato: 110,00 €

Descrizione: Bastoncino in alluminio perfetto per la corsa in montagna. Pieghevole, per riporlo nello zaino sulle parti di sentiero che non ne richiedono l’uso. Laccio in rete traspirante che contribuisce a mantenere il peso contenuto e agevola la traspirazione.
Le nostre impressioni: Il Dynafit Vertical ci è subito sembrato un bastoncino ben congegnato, solido e resistente alle sollecitazioni. Molto comodi sia l’impugnatura sia il lacciolo, funzionale il sistema di aggancio/sgancio per il montaggio veloce. Un modello adatto a trail e ultra-trail anche in alta montagna, l’impugnatura lunga si fa apprezzare nelle salite più ripide.



Modello: DYNAFIT ULTRA
Peso: 260 g
Materiale: Alluminio
Prezzo consigliato: 130,00 €

Descrizione: Bastoncino in alluminio perfetto per il trekking su lunghe distanze. Pieghevole, per riporlo nello zaino sulle parti di sentiero che non ne richiedono l’uso, e ad altezza regolabile tra 115-135 cm.Lacciolo in rete traspirante che contribuisce a mantenere il peso contenuto.
Le nostre impressioni: Modello simile come caratteristiche e costruzione al Vertical, ma in questo caso troviamo anche un sistema di regolazione della lunghezza ad aggancio rapido con dieci centimetri di escursione, il che rende il Dynafit Ultra preferibile per chi utilizza i bastoncini anche in discesa. Non leggerissimo rispetto ad altri modelli, ma decisamente resistente.



CAMP
Modello: SONIC ALU
Peso: 230 g
Materiale: Alluminio 7075
Prezzo consigliato: 69,90 €

Descrizione: Pieghevole polivalente, realizzato interamente in alluminio, presentaun’impugnatura ergonomica con lacciolo regolabile. Il cordino interno permette di montare e smontare il bastoncino con facilità, mentre il sistema di bloccaggio consente una rapida e sicura regolazione della lunghezza.
Le nostre impressioni: Nuovo modello di casa CAMP, con struttura a sonda e regolazione micrometrica per la lunghezza. La struttura in alluminio è solida, con una buona flessibilità. Ci sono piaciuti molto l’impugnatura e il comfort di utilizzo generale.




Modello: SKY CARBON
Peso: 195 g Materiale:
Materiale: Fibra carbonio - Alluminio 7075
Prezzo consigliato: 99,90 €

Descrizione: Lo Sky Carbon è un bastoncino pieghevole superleggero, composto da tre segmenti in fibra di carbonio e due in alluminio per garantire la massima resistenza. Impugnatura ergonomica e lacciolo regolabile assicurano il comfort in ogni condizione di utilizzo. È inoltre provvisto di un sistema di microregolazione della tensione che garantisce il perfetto assemblaggio. Completa la dotazione il sistema di regolazione della lunghezza a sgancio rapido.
Le nostre impressioni: Altra novità molto interessante della casa di Premana, simile in tutto al Sonic Alu ma realizzato con una parte in fibra di carbonio che rende questo bastoncino particolarmente leggero, oltre a fargli assorbire egregiamente le vibrazioni da contatto col terreno. Peso contenuto e ingombro minimo (36 cm) una volta richiuso lo rendono uno dei modelli più interessanti della nostra vetrina per il trail.




Modello: XENON 4
Peso: 140 g (misura 120 cm)
Materiale: Alluminio 7075
Prezzo consigliato: 66,00 €

Descrizione: Ideale quando ogni grammo conta, lo Xenon 4, si monta velocemente grazie al cordino interno in Dyneema®. Presenta una lunga impugnatura imbottita, lacciolo in nylon, rondella amovibile e puntale in metallo duro per garantire efficienza e durata.
Le nostre impressioni: Semplice, leggero come una piuma, un bel bastoncino, con il quale è necessario prendere un po’ le misure all’inizio in virtù della sua struttura leggerissima, flessibile e un po’ delicata negli utilizzi più estremi. Uno dei modelli più compatti una volta richiuso (32 cm), perfetto da riporre direttamente nello zaino, ma un po’ più difficile da fissare esternamente e da tenere in mano a causa delle dimensioni contenute e della struttura a 4 segmenti.



FIZAN
Modello:  TRAIL ESSENTIAL
Peso: 168 grammi / telescopico 62-132
Materiale: Alluminio 7001
Prezzo consigliato: 98 €

Descrizione: Il modello “Trail Essential” è un’innovazione rivoluzionaria nei bastoni da Trail Running. Un bastone telescopico con la regolazione della lunghezza dove i vari elementi rimangono uniti e non separati. Perfetto per i Trail Runners che hanno bisogno di un bastone super leggero, resistente e stabile per la loro performance. 168 grammi per bastone, il più leggero al mondo in 3 sezioni per il trail running. Richiede solo 3 secondi per l’apertura completa e per richiuderlo.
Le nostre impressioni: Un bastoncino interessante, diverso dai tipici modelli telescopici grazie alla sua struttura omogenea in cui le tre sezioni non sono mai, di fatto, separate ma rimangono sempre unite tra loro. Il montaggio è rapidissimo, molto bella l’impugnatura lunga che torna utile nelle salite estreme e il puntale di profilo minimale, ottimo per il terreno di alta montagna. Il lacciolo, piuttosto essenziale, fa il suo lavoro ma non arriva ai livelli di comfort di quelli più morbidi e imbottiti.



MASTERS
Modello: TRECIME FIX
Peso: 160 g
Materiale: Carbonio
Prezzo consigliato: 146,00 €

Descrizione: Modello innovativo e realizzato in fibra di carbonio, il Trecime Fix presenta una struttura a sonda con lunghezza fissa. La manopola Falco, il passamano morbido e il supporto filettato della rotella con puntale in lega aeronautica 7075 rendono il Trecime un modello perfetto per l’ultratrail.
Le nostre impressioni: Un bastoncino molto valido, realizzato bene e senza fronzoli. La manopola è particolare, diversa dal solito, semplice e molto morbida al tatto. Il sistema di aggancio delle varie sezioni è intuitivo e molto efficace, la sensazione di rigidità una volta montato dà grande sicurezza in fase di spinta. Un bel bastoncino, adatto sia all’escursionismo sia al trail running.



 Fonte: Spirito Trail





giovedì 6 luglio 2017

GARMIN FENIX 5X, LA RECENSIONE DETTAGLIATA


Una delle principali critiche alla recensione del Garmin fenix 5 è stata la descrizione solamente sommaria delle funzionalità avanzate di navigazione dell’ultimo modello di dispositivi della casa del Kansas, il Garmin fenix 5X. Ho preparato una nuova recensione, facendomi aiutare da un vero esperto di corsa in montagna, Francesco Puppi, astro nascente del panorama podistico italiano, grande amante della tecnologia e quinto esperto del nostro blog. Sarà riuscito a farsi perdonare?

GARMIN FENIX 5X, LA NOSTRA OPINIONE SULLE FUNZIONI DI NAVIGAZIONE




Non è passato nemmeno troppo tempo da quando Garmin decise di aggiungere alla sua storica serie di modelli Forerunner un nuovo prodotto, il Garmin fenix. Ho utilizzato il passato remoto semplicemente perché (poco meno di) cinque anni sono un tempo estremamente lungo in tecnologia. Non sappiamo se l’introduzione sul mercato fosse per rispondere al lancio del Suunto Ambit, ora giunto alla terza versione. Di certo la navigazione in montagna, sui sentieri e nei trail era una richiesta importante del mercato podistico. E in effetti storicamente la più grande differenza tra la serie Garmin fenix e Forerunner è stata la funzionalità di navigazione. Ma solo pochi distratti del web non si sono accorti che a partire dal fenix 3, alle funzioni di navigazione si sono accostate anche quelle sportive. Ne è la riprova il fatto che tutte le funzioni avanzate running dell’allora neonato Garmin 630 sono state aggiunte anche al fenix 3 e al fenix 3 HR. A complicare la situazione, nel 2017 al Garmin Forerunner 935, la cui recensione dettagliata su questo blog è prevista nei prossimi giorni, sono state aggiunte funzioni interessanti di navigazione. Non dimentichiamoci che quest’ultimo è stato chiamato da alcuni fenix 5P, il fenix di plastica. Per una mente semplice, un gran casino.
Perché quindi comprare il fenix 5? Quali sono le funzioni uniche, disponibili soltanto sul top di gamma Garmin, il fenix 5X? A cosa servono? Ma sono davvero utili? L’orologio può essere considerato un compagno fedele per la corsa in montagna? Per rispondere a queste domande, abbiamo chiesto a Francesco Puppi, atleta di caratura internazionale appena giunto sesto al campionato italiano di corsa in montagna, di aiutarci nella recensione del Garmin fenix 5X. Abbiamo testato tutte le funzioni, sebbene solamente in Valle Olona, non in montagna. È il nostro primo test congiunto, a cui ne seguiranno altri. Purtroppo non ho esattamente preparato “uno script”, come avrei dovuto, ma alla fine il risultato è stato interessante.
Potremmo chiedere a cento amanti del trail, ma alla domanda su quali siano le funzioni importanti per la montagna otterremmo sicuramente quattro risposte: la durata della batteria, le mappe per navigare, la possibilità di seguire un percorso predefinito e l’altimetro barometrico. Le discuteremo nel seguito, per chi fosse interessato solo a leggere alcune parti, ecco la divisione in sezioni:
·         Altimetro Garmin fenix 5
·         Trail Running e fenix 5X
·         Percorso Round Trip
·         Punti d’interesse
Ma prima una doverosa premessa.

FENIX 5X E L’APP TRAIL RUNNING


Come spiegato nella recensione del fenix 5, Garmin ha attivato le cosiddette App per gestire tutte le tipologie di allenamenti dell’amatore sportivo. Le App hanno l’obiettivo di configurare il comportamento dell’orologio, mostrando determinati campi, schermate e avvisi personalizzabili. Nelle App sono aggiunte anche funzioni specifiche per la tipologia di sport che si sta praticando.


App Trail Running. Garmin suggerisce di utilizzare per il fenix 5X in ogni escursione o corsa in montagna l’App Trail Running, appositamente dedicata a questa tipologia di allenamento. Una volta selezionata, l’utente visualizza la schermata standard con distanza, tempo e passo medio, e con un po’ di pazienza si potranno configurare a piacere. Come consiglio prima di partire per la corsa, sarebbe opportuno sincronizzare il dispositivo con lo smartphone per permettere di velocizzare la ricerca dei satelliti, ricerca comunque immediata anche dopo aver cambiato provincia o nazione. Per il continente invece il tempo di attesa risulterà leggermente superiore, ma non sarà un grosso problema per i più. Cinque secondi e siamo pronti a partire per la nostra breve uscita in Valle Olona.
Avvisi. L’App consente di attivare diversi avvisi, in funzione del raggiungimento di un determinato evento: una frequenza cardiaca, una cadenza, un determinato valore di passo, un certo tempo o distanza, o il consumo di calorie. Questi avvisi non sono utili in allenamento in pista o strada, ma per un’escursione in montagna di diverse ore varrebbe davvero la pena attivarli. Potremmo in effetti configurare il Garmin per visualizzare un messaggio “mangiare” ogni 90 minuti e bere ogni 30. L’App consente di configurare un avviso anche in caso di avvicinamento di un punto di interesse o di una determinata quota minima e massima, di un’ascesa o discesa. A Francesco tutti questi avvisi sono sembrati insoluti, soprattutto perché il fenix 5X continuava a suonare o vibrare in ogni momento, si veda più sotto.


Avviso per dislivello. Tra le diverse funzioni a disposizione, ne esiste una molto utile ma poco usata nei trail. Si chiama avvisi di ascesa e discesa per dislivello e consente di valutare automaticamente la discesa e ascesa verticale. Per esempio, si potrebbe richiedere che il GPS ci avvisi quando abbiamo raggiunto una determinata ascesa. Nella nostra configurazione saremmo avvisati al superamento della quota massima di 1.000 metri e a ogni 150 metri di dislivello positivo. L’infografica descrive come configurarlo sull’orologio.
Auto Climb. Nella configurazione è attivabile anche la funzione Auto Climb. È semplicemente uno strumento che consente di cambiare schermata nel momento stesso in cui si affrontano salite. Lo schermo da chiaro su lettere nere si convertirà in scuro su scritte bianche, si potranno configurare campi supplementari, per esempio la velocità verticale, espressa in metri all’ora è un parametro interessante per chi corre in montagna, oltre ovviamente alla potenza, nel caso si possedesse Stryd. Ma come tutti i parametri fisiologici o di velocità, bisognerebbe poterli analizzare in dettaglio. Per esempio, Francesco mi ha chiesto durante la corsa: per quanto tempo potrò correre a 400w in salita? Per la risposta completa, leggere la recensione di Stryd, per quella veloce… pochi secondi!
Fatta la premessa sull’App, vediamo le principali funzioni del fenix 5X legate alla navigazione, iniziando dall’altimetro barometrico.

ALTIMETRO GARMIN FENIX 5X


Così come nel precedente modello fenix 3, grazie all’utilizzo dell’altimetro incorporato, il fenix 5 consente di misurare abbastanza precisamente la quota e il dislivello. Queste informazioni possono essere inserite anche manualmente, avendo a disposizione l’informazione dell’altimetria del punto di partenza. Il sistema consente di visualizzare dati barometrici, oltre alla temperatura, rilevata da un termometro interno (sarà sicuramente sovrastimata a causa del contatto con il polso). Come già descritto nella recensione principale, sarà possibile visualizzare immediatamente l’evoluzione della pressione e temperatura delle ore precedenti. Infine, sono presenti una bussola magnetica a tre assi e un giroscopio, per migliorare il dato Ultratrac, si veda sotto per il dettaglio.
Avviso temporale. Una funzione decisamente interessante, già presente nel fenix 3, è la possibilità di impostare nel relativo Widget del Barometro un avviso in caso di possibile presenza di un temporale, determinato sulla base del cambiamento della pressione atmosferica. Ciò chiaramente potrebbe essere utile durante un’escursione in montagna e l’avviso consiglierebbe il ritorno alla base.
Velocità e Distanza 3D. A partire dal fenix 3, è stata aggiunta una funzione interessante per chi corre in montagna. Cosa sarà mai la velocità 3D? Lo si può capire con un esempio estremo: camminando su un pendio molto irto, diciamo con un 50% di pendenza, coprendo una distanza orizzontale di due metri, saliremo di un metro verticalmente. Il fenix 5X calcolerà la distanza verticale sulla base dell’altimetro barometrico che indicherà una quota di un metro superiore. Ovviamente la “vera” distanza percorsa sarà la radice quadrata di 2 metri, ossia circa 1,4 metri. Il sistema calcolerà 1 metro senza l’attivazione del 3D e 1,4 con. Stesso discorso vale per la velocità. Dato però che in situazioni reali le pendenze sono “leggermente” meno ripide, forse non vale la pena attivarla, anche se funziona bene, grazie all’altimetro barometrico del fenix 5X. Noi abbiamo preferito misurare la potenza in salita, ma in sintesi questa funzione è equivalente alla misurazione di potenza in salita, perché cerca di equipararsi alla velocità in piano. Da esplorare per chi non abbia ancora comprato il misuratore di potenza Stryd.
Calibrazione. Una nota a margine per chi si appresta a correre in montagna. Suggeriamo, prima di partecipare a qualunque gara o escursione trail, di calibrare sempre la bussola e il barometro via GPS. Sarebbe ancora meglio farlo conoscendo la quota di partenza sul livello del mare. Questo piccolo accorgimento permette di partire da un dato “certo” e consente all’altimetro una migliore stabilità di misurazione.

DURATA DELLA BATTERIA DEL FENIX 5X


Ma quanto dura la batteria del fenix 5X? Non sono passati nemmeno cinque minuti da quando abbiamo iniziato a correre e Francesco a bruciapelo mi pone questa domanda. Gli vorrei fare una piccola lezione, ma ci siamo incontrati da meno di mezz’ora e mi limito a rispondere: “tantissimo”. In realtà, la vera risposta sarebbe “dipende”. Quale metodo di registrazione dati state utilizzando? Avete attivato il Glonass? State salvando i dati ogni secondo? Avete collegato lo smartphone e quindi il Bluetooth? E l’activity tracker? La seguente infografica mostra le principali differenze tra le diverse modalità, ma la sintesi del manuale del fenix 5X è relativamente chiara: a) fino a 12 giorni in modalità smartwatch, ossia senza GPS, b) fino a 20 ore in modalità GPS, c) fino a 50 ore in modalità di risparmio energetico della batteria UltraTrac.
Nella nostra esperienza, attivando lo smartwatch e correndo 10-13 ore a settimana, il dispositivo resta carico tutta la settimana, molto difficilmente di più. Chiaramente alcune configurazioni potrebbero allungare di qualche ora la durata della batteria, per esempio la disattivazione del Glonass. A ogni modo, questa “limitazione” non è veramente tale per chi partecipa a una maratona e nemmeno a una ultramaratona di 4-5 ore.  Ma correre oltre le 10 ore significherebbe correre il rischio di vedere spegnersi l’orologio durante la gara. Come fare quindi? Garmin offre due soluzioni.


  
1) Ultratrac. È la modalità suggerita da Garmin per chi corre gli ultratrail e le ultramaratone. L’Ultratrac salva i dati meno frequentemente, scrivendo sulla memoria del dispositivo soltanto a un intervallo prefissato: ogni quindici secondi, ogni minuto ecc. Sembra una soluzione ideale, ma con l’Ultratrac il fenix 5X “collega i puntini”. E lo fa esattamente come facevamo da piccoli, con delle rette. Di conseguenza, se la corsa ha molte variazioni di percorso, la stima della distanza complessiva e della media complessiva potrebbe risultare compromessa. Utilizzando quindici oppure venticinque secondi come registrazione, si ottengono risultati accettabili. Se doveste aumentare il tempo di salvataggio a un minuto, potreste trovarvi severamente sottovalutata la vostra prestazione. Immaginate per esempio di correre in pista e capirete immediatamente il limite di questa funzione. Di quanto aumenta la durata della batteria? Anche di due volte e mezzo, con un tempo di un minuto per il salvataggio dati.



2) Ricaricare l’orologio durante la corsa. Storicamente, i podisti che partecipano a trail run molto lunghi, sopra i 100 km o addirittura le 100 miglia, hanno l’abitudine di ricaricare il GPS durante la corsa. E a pochi per ora piace utilizzare il metodo Ultratrac, si preferisce avere quanto offerto da Garmin come standard, ossia la rilevazione al secondo. Il problema di tutti i modelli del fenix 5 è che l’alloggiamento della ricarica è proprio attaccato al polso e la ricarica avviene agganciando il cavo perpendicolarmente al GPS. Risulta quindi impossibile tenere il GPS al polso. Il podista amatore potrebbe in tal caso metterlo in tasca o nello zainetto, oppure l’alternativa sarebbe quella di passare a un altro modello Garmin con ricarica orizzontale, per esempio il Garmin 735, che però non possiede il barometro altimetrico, oppure il Garmin 920XT, che però non ha il sensore ottico di frequenza cardiaca.
In sintesi, la batteria dura almeno dieci ore. Per chi deve correre ventiquattro ore di fila, non esiste una soluzione ideale, però Garmin offre tante scelte a disposizione, si tratta soltanto di capirle e scegliere quella più adatta. Il fenix 5X potrebbe essere la soluzione per correre un’ultramaratona, io l’ho fatto alla Wings for Life 2017, ma per gare più lunghe bisogna accettare dei compromessi.

TRAIL RUNNING E FENIX 5X


Per non perdersi in montagna è prassi seguire un percorso predefinito. I navigatori moderni consentono proprio di creare un percorso via Internet, oppure di copiarlo da uno già esistente, di caricarlo sul dispositivo e quindi di utilizzarlo come riferimento durante la corsa. Semplice, lineare e chiaro. Ma il fenix 5X spinge il concetto a un altro livello, poiché sull’orologio sono precaricate le mappe topografiche. Sugli altri dispositivi Garmin, fenix 5 e 5S, invece, l’unico strumento a disposizione per la navigazione sarà soltanto l’indicazione di un possibile percorso schematizzato, molto simile a quello già visto sul fenix 3. E sul fenix 5P, pardon, Garmin Forerunner 935? Stesso schema degli altri due orologi.
Creazione del percorso. La creazione del percorso si effettua in pochissimo tempo, attraverso Garmin Connect, con qualche click del mouse. Personalmente è una funzione che utilizzo sporadicamente: in allenamento quando visito nuove città, in gara nel caso dovessi seguire un ritmo predefinito. Basterà cercare un percorso già esistente e aggiungerlo alla lista di quelli attuali. Con Connect anche il trasferimento sul fenix 5X è un gioco da ragazzi e in pochi secondi saremo pronti a correre seguendo il nuovo percorso. È possibile anche inserire dei waypoint, configurare nomi e aggiungere ulteriori dati agli stessi. Tutto questo consentirà di ottenere immediatamente lunghezza, altimetria e dislivello totale del percorso configurato. Si noti che il waypoint si potrà salvare anche durante la corsa e non soltanto a tavolino.
Con Francesco il percorso era prestabilito, non ci eravamo accordati precedentemente su come avremmo corso, quindi abbiamo usato la ciclabile della Valle Olona. La mappa a disposizione di tutti i modelli Garmin fenix si attiva premendo il pulsante UP. Ciò consentirà di visualizzare in maniera precisa le diverse mappe. Francesco giustamente si è lamentato che la mappa fosse abbastanza lenta nell’aggiornamento dati e che soprattutto lo schermo sia relativamente piccolo. Con un po’ di pazienza e tempo a disposizione si notano tre piccoli cerchi in alto a destra, che indicano le possibili modalità di visualizzazione del fenix 5X: con il tasto start/stop si alternano, up/down consentono di passare allo zoom, oppure allo spostamento orizzontale e verticale. Francesco si è implicitamente lamentato che i pulsanti non fossero esattamente leggibili: al mio commento “premi up”, “premi back”, mi ha risposto che non si leggono distintamente. Dopo dieci minuti dall’inizio della corsa, mi sono reso conto di aver dimenticato un piccolo corso di base a Francesco. Rimedio ora, sintetizzando i diversi tasti nell’infografica allegata.
Navigazione del percorso. La navigazione del percorso è molto più intuitiva della visualizzazione, il fenix 5X mostrerà la vostra posizione attuale e un piccolo schema del percorso da seguire, informandoci sul possibile cambiamento di direzione. “Ma perché continua a suonare?”, chiosa il giovane podista. In effetti sul 5X è stata attivata una funzione che consente di capire quando girare senza necessariamente dover visualizzare lo schermo. Una piccola vibrazione informerà degli eventuali cambiamenti di direzione, mentre una freccia rossa indicherà la direzione da seguire. Durante la corsa, il sistema vi informerà immediatamente se siete finiti “fuori strada”. E il fenix 5X è estremamente più preciso dei suoi fratelli minori: sarà l’unico, grazie alle mappe topografiche, a conoscere dove vi troverete esattamente. E il solo GPS in grado di contestualizzare il dato a disposizione: saprà se vi trovate su una pista ciclabile, magari in controsenso e quindi vi indicherà in che direzione andare. Per il fenix 5 o il Forerunner 935 la situazione è diversa. Se vi troverete contromano, oppure in un sentiero senza via d’uscita, l’orologio non vi indicherà di tornare indietro. Ovviamente questo non sarebbe un problema se il file del percorso sarà stato scaricato correttamente. Certo è che in caso d’errore il fenix 5X saprà indicarvi strade alternative, rispetto al percorso iniziale.
Ulteriori funzioni. Finora il fenix 3 aveva una funzione Trackback per tornare alla partenza seguendo lo stesso percorso o comunque in linea retta. Questa funzione è stata confermata nel fenix 5 e migliorata nel fenix 5X, perché le mappe consentono non soltanto di seguire il percorso iniziale, ma anche quelli offerti dalle mappe. Per noi una funzione vitale, non soltanto in montagna, ma anche in città. Il fenix 5X, così come i suoi fratelli minori, consentono di puntare l’orologio verso una determinata destinazione, come un rifugio oppure una cima. Non l’abbiamo testato con Francesco anche perché non ci eravamo persi e c’erano quasi trenta gradi, ma utile in caso di nebbia o di tempo inclemente.
Percorso predefinito. Francesco si è rivelato molto curioso e a fine allenamento mi ha chiesto: “Ma puoi decidere di seguire anche il percorso che abbiamo appena fatto?”. Ovviamente sì e il GPS imposterà l’allenamento come se fosse una sorta di gara, in cui il podista cercherà di competere con sé stesso. Garmin attiverà una sorta di “virtual partner” evoluto e mostrerà ritardo o anticipo rispetto alla corsa precedente.

PERCORSO ROUND-TRIP

 
Ma la vera novità del fenix 5X, forse non per la montagna, ma sicuramente adatta a chi corre in posti diversi e variegati come me, è la possibilità di correre su un percorso “Round-trip”, ossia ad anello. Basterà indicare al fenix una tipologia di corsa, che influenzerà il risultato del percorso suggerito, una distanza indicativa e una direzione che si vuole seguire. Il dispositivo visualizzerà “immediatamente” tre diverse alternative di percorso ad anello, con relativa cartina altimetrica e mappa. L’attesa non è nemmeno così lunga: scegliendo una dozzina di chilometri, otterremo i tre percorsi in quattro o cinque minuti. Tutto sarà più veloce, più corto sarà il percorso richiesto, e più lontano ci troveremo dalle città. Lo abbiamo provato talmente tante volte in questi due mesi, avendo viaggiato in vari posti in Europa (Francia, Spagna, Olanda, Belgio, Germania, Polonia… solo per citare i viaggi delle ultime cinque settimane). La nostra sensazione è che funzioni davvero bene, non soltanto nelle grandi città (Madrid, Barcellona, Parigi…), ma anche nelle campagne (nella periferia di Anversa, per esempio). Si riescono a vedere diversi paesaggi che altrimenti si perderebbero, correndo normalmente. Ci è capitato però che l’orologio non fosse in grado di calcolare correttamente un percorso, ciò tipicamente succede vicino agli aeroporti, dove il percorso circolare non sempre è possibile. Per esempio a Varsavia, al terzo tentativo abbiamo optato per il vecchio sistema: correre in maniera lineare e tornare indietro per essere puntuali al primo meeting.


  
Ma è sicura come opzione? Ovviamente sì, a Madrid abbiamo avuto qualche difficoltà quando il 5X ci indicava di correre contromano, ma in nove casi su dieci abbiamo avuto la possibilità di correre senza preoccuparci del traffico, anche perché tipicamente il dispositivo era in grado di seguire le piste ciclabili presenti sul territorio. Con Francesco l’abbiamo testata solamente a fine allenamento, richiedendo un’uscita di 15 km. Il risultato è mostrato nell’infografica, dove si noterà che i percorsi sono variegati e che la lunghezza sarà approssimativamente equivalente a quanto richiesto.
Mappe. Un capitolo importante è legato alle mappe. La vostra navigazione sarà migliore, più affidabile sarà la mappa a disposizione. Sul fenix 5X sono caricate delle mappe europee predefinite, ma in alcune situazioni un utente sarà più interessato ad avere un dato più specifico. Quali mappe esistono? Sicuramente tutte le mappe topografiche delle principali capitali europee, ma anche quelle dei trail. Alcune sono gratuite, altre a pagamento. Per esempio, la versione meno costosa di quelle dei trail, per la parte orientali delle Alpi, chiamate BirdEyes, costano 30 euro. Esistono altre opzioni sul sito Garmin, che vi invitiamo a controllare. Ovviamente le mappe standard sono gratuite, ma quelle a pagamento dispongono dei percorsi trail più dettagliati. Come indicato nell’infografica, alcune mappe sono già disponibili di default. Attenzione a disattivare alcune mappe nel caso in cui siano relative alla stessa area geografica.

PUNTI D’INTERESSE E FENIX 5X

Un’altra funzione davvero unica per il fenix 5x è la possibilità di correre in direzione di uno specifico punto d’interesse. Se sembra a prima vista una funzione inutile, potreste pensare che durante una corsa o semplicemente in un lungo abbiate bisogno di cercare un rifornimento, oppure qualcosa da mangiare. Vi potrebbe servire sia se state correndo, sia durante un’escursione in montagna. Un’altra opzione, nel caso di viaggio di lavoro, sarebbe la possibilità di andare a vedere un particolare monumento della città. Ho testato la funzionalità con il mio capo americano che voleva assolutamente vedere l’Arena di Verona. Don’t worry, boss: ci arriveremo in quindici minuti, anche correndo lentamente. Senza i punti d’interesse non sarei stato in grado di rispondere, a meno di tirare fuori un iPhone, ma alle sei del mattino non si è così lucidi. Il vantaggio di questa funzione è che non richiede l’utilizzo di un telefono né di connessione a Internet: è stata semplicemente trasferita la funzione sui vecchi dispositivi Garmin per la navigazione con l’auto.
Around me. Non tanto per la corsa, ma quanto per shopping o per turismo, esiste la possibilità di vedere quali siano i punti d’interesse vicini a noi. L’abbiamo usata a Parigi dopo la maratona. Non avendo avuto uno smarphone post-gara, per capire come tornare al metrò più vicino, ho interrogato il fenix 5X che mi ha portato alla fermata più vicina. Senza tediare troppo il lettore, ci sono funzioni per limitare la selezione a un determinato quadrante dei punti d’interesse, per chi fosse interessato. Ma quanti lo saranno veramente?
Tutto sommato i punti d’interesse sono relativamente utili a chi corre, molto di più a chi cammina o compie delle escursioni in montagna. Senza dimenticare però che uno smartphone offre esattamente le stesse funzioni, su uno schermo decisamente più grande. Personalmente li utilizzerò a fine mese per le ripetute in Piazza Rossa a Mosca.

L’OPINIONE DELL’ATLETA FRANCESCO PUPPI

E cosa ne pensa Francesco? Qui di seguito le sue impressioni a caldo, nel post-allenamento.




Ho avuto modo di testare il Garmin fenix 5X durante un allenamento di circa 1h15′ per 18 km con Massimiliano “Massi” Milani, che mi ha portato a conoscere i suoi percorsi in Valle Olona. Abbiamo corso prevalentemente sulla ciclabile lungo il fiume, che alterna tratti di asfalto ad altri sterrati, brevi salite, qualche singletrack e pochi attraversamenti ben segnalati. Con l’aiuto di Massi, ho volutamente provato il GPS senza prima informarmi sui dettagli dell’utilizzo, in modo da poter fornire un giudizio il più possibile obiettivo, valutare le caratteristiche e apprezzarne l’intuitività d’uso. La mia recensione si limiterà alle sensazioni provate in questo unico test, integrate dalle specifiche fornite da Garmin sul fenix 5X disponibili sul sito e dal riepilogo dei dati dell’allenamento su Garmin Connect.
Prime impressioni. Il Garmin fenix 5X è un orologio curato nei minimi dettagli, a cominciare dall’estetica: ha un aspetto molto più casual e meno “sportivo” rispetto alla maggior parte dei GPS, e potrebbe benissimo essere considerato un accessorio al pari di un paio di Ray-Ban. La prima caratteristica che si avverte indossandolo è il peso: 98 g che si sentono, per chi come me è abituato a orologi o GPS di livello decisamente inferiore, ma molto più leggeri. Durante la corsa, specialmente all’inizio, ho potuto avvertire l’inerzia dovuta al peso aggiuntivo sul polso destro a ogni oscillazione del braccio, anche se questa sensazione tende progressivamente a scomparire. Il sensore ottico per il cardiofrequenzimetro richiede che il cinturino sia piuttosto stretto, cosa che mi ha causato qualche piccolo fastidio e che comunque potrebbe dare problemi se avete un polso particolarmente magro.
L’utilizzo, se dovete “solamente” (!) correre, è molto semplice e intuitivo: la visualizzazione delle diverse schermate di allenamento è immediata, il display è grande e ben leggibile. È possibile impostare diversi rilevamenti, Auto Lap e notifiche di cui veniamo avvisati tramite una vibrazione dell’orologio oppure con un “bip”. Il pace può essere visualizzato sia come velocità media che istantanea; un’utile (e più accurata) informazione rispetto alla velocità istantanea è il “configurable pace”, cioè la velocità media calcolata su un intervallo di tempo prescelto (per esempio 10”).
Ho apprezzato molto il dato sulla potenza che è possibile visualizzare sull’orologio grazie ai dati inviati dal footpod di Stryd, da applicare su una scarpa con un semplice sistema di aggancio. Provando a effettuare qualche allungo in salita o in pianura, è possibile conoscere in tempo reale la potenza espressa a diverse intensità di corsa e su diversi terreni.
fenix 5X e la navigazione. Per quanto riguarda la navigazione, ho riscontrato qualche problema nel caricamento delle mappe. Una volta disponibili sul display, non sempre è immediato distinguere strade, sentieri ed elementi topografici: potrebbe essere necessario rallentare l’andatura, ma questo probabilmente è solo dovuto alla mia scarsa esperienza. Dopo 18 km di corsa, la differenza di misurazione tra il fenix 5X e il mio Polar M400 è di 100 m (rispettivamente 18,02 km e 18,12 km misurati). La cadenza di passo misurata è esattamente la medesima (178 passi al minuto), mentre il dislivello effettuato (elevation gain) registra una differenza percentuale importante (117 m per il fenix, 180 m per il Polar, oltre il 50% di differenza). Tendo ovviamente a considerare più accurato il dato del fenix, che integra i dati topografici con quelli dell’altimetro barometrico non presente nel Polar M400.



Sintesi dell’allenamento. Al termine dell’allenamento è semplice accedere al riepilogo dei dati registrati, tra cui anche il calcolo del tempo di recupero, training benefit e VO2max. Sulla piattaforma Garmin Connect, alcuni parametri interessanti da visualizzare sono il ground contact time (per esempio, valutarne la variazione in funzione di salite, discese e soprattutto del ritmo: su 1 km corso a 3’10” il tempo di contatto con il suolo è in media 175 ms, a 4’00” al km è circa 215 ms, nel mio caso), e la leg spring stiffness (disponibile di nuovo grazie al sensore Stryd), che misura la rigidità, nel senso di forza, durezza ed efficienza, di muscoli e tendini delle gambe. Una maggiore LSS può indicare un miglioramento nell’economia di corsa, proprio come una molla più rigida può accumulare più energia elastica a parità di allungamento.
Round Trip Creator. Da ultimo, Massi mi ha mostrato come impostare il “Round trip course creator”, che forse è la funzione più sorprendente e che fa salire davvero molto il mio entusiasmo per questo GPS.  Impostata una distanza per l’allenamento che vogliamo sostenere, l’orologio è in grado di calcolare e proporre nel giro di due o tre minuti tre diversi percorsi ad anello lungo strade, sentieri e ciclabili adatti alla corsa (soprattutto con poco traffico, su strade percorribili!), mostrarci la mappa e guidarci nell’itinerario! Funzione davvero utile per chi si trova spesso a correre in luoghi che non conosce. Le valutazioni del fenix 5X vanno fatte anche prendendo in considerazione il prezzo (750 euro), non proprio accessibile a tutti: tuttavia è un orologio completo, preciso e estremamente ricco di dettagli.
Sintesi di Francesco. Basandomi sulla mia esperienza di atleta, ritengo che la quantità di informazioni che il fenix può fornirmi durante i normali allenamenti sarebbe decisamente superflua e non sfrutterei che in minima parte le sue potenzialità. Per allenarmi e gareggiare ho bisogno di un GPS più leggero, snello e agile. Tuttavia, sarebbe interessante approfondirne le funzioni e utilizzarlo in ambiente di montagna. Inoltre, capisco che mi aiuterebbe molto valutare lo sviluppo temporale dei parametri e degli indici di corsa forniti dal fenix in funzione dei miglioramenti e della mia crescita atletica. Ringrazio Massi per la sua disponibilità e per avermi dato la possibilità di provare un GPS così completo e innovativo.

CONCLUSIONI E APPROFONDIMENTI

 
Il Garmin fenix 5X è davvero un orologio eccezionale, esteticamente molto bello, da usare in qualunque occasione, anche con giacca e cravatta. Per quanto concerne gli allenamenti e soprattutto quelli svolti in montagna o sui sentieri, il dispositivo ha funzionalità uniche, un software e hardware superiori al miglior concorrente. La visualizzazione delle mappe è abbastanza utile, ma lo schermo a disposizione è sicuramente più piccolo rispetto a quanto offerto dal più scadente smartphone di ultima generazione. La funzione del percorso Round-Trip è davvero eccezionale, perché consente di seguire percorsi che non sarebbero mai stati visti altrimenti: a Barcellona ho attraversato in centro luoghi che in un anno di lavoro nella città catalana non avevo mai notato. Certo però che il rapporto qualità prezzo è un po’ elevato, considerando che molte opzioni del fenix 5X si possono ottenere con un banale telefono. Se cercate un orologio che possa offrirvi un sistema completo di navigazione, che al tempo stesso sia esteticamente piacevole, senza ombra di dubbio avete trovato ciò che cercavate.
Ma come ha notato immediatamente Francesco dopo un minuto di utilizzo, il 5X è probabilmente troppo pesante per gareggiare. Ma siamo davvero sicuri che questa sia la funzione principale del fenix 5X? Quanti caricheranno su Strava o Garmin Connect le sedute d’allenamento con il 5X? Per noi, il fenix 5X è davvero un orologio a tutto tondo, consigliato a chi voglia usarlo tutto il giorno. Un Vice Presidente della mia azienda, con un Panerai al polso, mi ha recentemente detto: “Finalmente ti sei comprato un orologio serio”, una promozione completa! Se dovete gareggiare per il Personal Best, vi suggeriamo invece di optare per il Forerunner 935, di cui tra pochi giorni troverete la nostra recensione.