lunedì 27 giugno 2016

INTEGRATORI: VOGLIAMO LA SALUTE O LA PERFORMANCE ?



Come salvare capra e cavoli

Trattandosi di una realtà a parte rispetto ai due universi rappresentati dagli alimenti e dai farmaci, considerazioni specifiche andrebbero riservate quando si parla di integratori. E invece molto spesso si cade nell’errore di immaginarli al pari livello degli alimenti, essendo esenti dall’obbligo di prescrizione medica. Una svista comune è anche assumere integratori senza una reale convinzione dei potenziali benefici, appellandosi, anche nel più negativo dei casi, ad una sostanziale assenza di effetti collaterali.
Gli integratori devono essere visti come principi attivi da utilizzare in modo calibrato e sotto un’indicazione esperta e competente. Da biologo nutrizionista vi propongo una classificazione recente (gennaio 2016) sugli effetti degli integratori che interessano da vicino lo sportivo:


Efficacia dei principi attivi presenti negli integratori per attività di resistenza, di forza e per la salute. Verde: forte evidenza di effetti sulla performance. Ocra: evidenze scarse o ancora da verificare. Marrone: mancanza di evidenza scientifica, oppure sostanza bandita dalla WADA (World Anti-Doping Agency), oppure alto rischio di contaminazione con sostanze bandite. Fonte: Free Radical Biology and Medicine - New Strategies in Sport Nutrition to Increase Exercise Performance (2016).


Diamo un rapido sguardo ad alcune delle sostanze il cui effetto positivo sulla performance è verificato.
Sulla caffeina abbiamo già ampiamente discusso, e sappiamo che oltre il 90% degli umani adulti fa uso quotidiano di almeno di una fonte di questa sostanza. Il suo consumo a basse dosi può dare risultati positivi all’interno di un programma di allenamento nell’ottica di riduzione della sensazione di fatica, tuttavia conoscendo gli effetti collaterali è opportuno evitarne il consumo ad alte dosi o in associazione con altri stimolanti. Personalmente mi trovo in disaccordo con gli autori della tabella qui sopra, in quanto riportare la caffeina nella colonna verde suggerisce in modo erroneo l’assenza di rischi associati alla sua assunzione.

La creatina è interessante più che altro per chi pratica sport di squadra e nei runners che si concentrano su distanze brevi e in pista. La somministrazione di creatina è in grado di aumentare fino al 20% i livelli fisiologici nel sangue, favorendo maggiore volume muscolare e forza esplosiva. Gli effetti collaterali sono a carico dei reni, soprattutto per integrazioni elevate sul lungo periodo.

Il succo di barbabietola è entrato di strapotenza nel mercato americano degli integratori, rappresentando una fonte sicura ed economica di nitrati. Tali sostanze producono una vasodilatazione muscolare, molto efficace nell’ossigenarne i distretti e massimizzandone il nutrimento e la rimozione delle scorie. Personalmente trovo importante il consumo di nitrati per favorire gli adattamenti dell’allenamento endurance sul lungo periodo, ma può essere addirittura essenziale nel limitare il danno muscolare in situazioni di ipossia, oppure in acidosi (utile dagli sprint a massima intensità, fino alle ultra sky race).

La beta-alanina, contenuta in prodotti animali come la carne, se apportata regolarmente è efficace nel migliorare l’esercizio breve ad alta intensità. Il suo apporto ad alte concentrazioni come ad esempio negli integratori può essere causa di blandi effetti collaterali come il formicolio cutaneo.

La vitamina D è estremamente potente in quanto pro-ormone in grado di agire sulla funzionalità di sistema immunitario, apparato cardiovascolare e muscolo-scheletrico. Un’esposizione alla luce solare di almeno 15 minuti/die ci assicura il soddisfacimento del fabbisogno minimo durante i mesi estivi; per il restante periodo dell’anno ci affidiamo alle fonti alimentari, tuttavia pochi cibi ne contengono quantità significative: latte, pesci grassi, uova e alcuni funghi cresciuti in serra. Una carenza può essere estremamente dannosa nel contesto di un programma di allenamento, poiché in grado di minare gli adattamenti muscolari e ossei -oltre alla regolarità degli allenamenti se viene coinvolto il sistema immunitario-. Integrare può essere una buona opzione soprattutto per chi spende molte ore della giornata in luoghi chiusi, facendo però attenzione a non oltrepassare il limite di 100 microgrammi giornalieri, soglia di tossicità stabilita dalle linee guida LARN del 2014.


Dopo una carrellata di sostanze con effetti benefici verificati spostiamo l’attenzione su principi attivi ancora in fase di vaglio scientifico, cercando di anticipare le risposte che ci darà la ricerca nei prossimi anni.

Le (-)-epicatechine contenute nel cioccolato fondente sono degli antiossidanti della famiglia dei flavonoidi, le cui molteplici azioni sembrano produrre adattamenti fisici positivi dell’atleta. In particolare un loro apporto regolare promuoverebbe la resistenza alla fatica muscolare, la formazione di nuovi vasi sanguigni e lo sviluppo del metabolismo aerobico (brucia-grassi). I dati clinici raccolti finora dimostrano un loro effetto sinergico con l’allenamento endurance in prospettiva di potenziamento della capacità aerobica. In attesa delle conferme scientifiche gli ultra-runners possono iniziare a testare su di se’ spuntini di cioccolato fondente (90% minimo) o ancor meglio i semi di cacao.

La vitamina B3 (niacina) si trova in molti prodotti animali (carne, pollame, pesce, uova) e verdure a foglia verde. In studi sul topo ha dimostrato buone capacità nell’induzione di adattamenti metabolici (aumento della spesa energetica e riduzione dei livelli di colesterolo nel sangue), tuttavia ogni aspetto deve essere ancora verificato sull’uomo.

Il resveratrolo è un potente antiossidante della famiglia degli stilbeni. La sua presenza si fa associare in maniera imprescindibile al vino rosso, ma è presente in moderate quantità anche in altri cibi come i mirtilli, cioccolato fondente, burro di arachidi e uva di qualità nera. In studi su animali ha dimostrato avere effetti importanti come promotore dell’ossidazione dei grassi e della capacità di endurance. Inoltre la sua popolarità è in crescita, tanto che lo troviamo in forma di integratore in molte farmacie. Pur essendo stato utilizzato con successo in alcuni trial clinici per la cura di individui obesi, al di fuori dell’ambito clinico i suoi effetti sul rimodellamento muscolo-scheletrico non sono chiari. Molti sono ancora gli aspetti da verificare prima di poter affermare che la sua integrazione è efficace in qualche direzione di tipo preventivo.

Conclusioni
Nonostante molti atleti abbiano introdotto l’integrazione come elemento di routine nel proprio quotidiano, alcuni di loro a macchia di leopardo stanno rivalutando le priorità, scegliendo di adottare un approccio ‘’food first’’ e attribuendo alle abitudini nutrizionali un ruolo sempre più essenziale. Dato il rischio di contaminazione da parte di alcuni integratori e il potenziale errore che i test farmacologici portano con se’, gli integratori devono essere somministrati solo in presenza di un razionale preciso.

Enrico Ponta
Biologo Nutrizionista  Evidence-based sport nutrition https://dottorponta.it






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