Siamo oggi a proporvi un allenamento che solitamente viene svolto un po’ da tutti e con buona frequenza durante il periodo invernale, ma che può ben essere utilizzato, come richiamo di forza, in tutti i periodi della stagione. Indubbi sono gli effetti positivi che esso ha sia a livello fisiologico sia dal punto di vista del condizionamento: gli sprint in salita. Rispetto al potenziamento in palestra, si tratta di un lavoro a “carico” naturale, quasi sempre proposto seguito da una immediata trasformazione sul piano della forza richiamata durante la salita. Ricordiamo che, essendo un tipo di allenamento che va a stimolare notevolmente la frequenza cardiaca, deve essere effettuato da persone in salute e sufficientemente allenate.
Luogo di
esecuzione: salita (meglio
su asfalto dove gli appoggi a terra sono regolari e buoni per poter completare
la spinta)
Pendenza: medio-elevata (minimo 10% ma anche
fino al 20%)
Durata/Lunghezza: parlando in termini di tempo
diciamo attorno ai 15”-20” (60-100 metri a seconda della velocità di
esecuzione)
Modalità di
esecuzione: Cercare di
correre al meglio dal punto di vista della tecnica, sentendo la spinta del
piede sotto e completando la spinta
Recupero: tra una prova e l’altra ritorno
lento (anche camminando) al punto di partenza, comunque non meno di 40” e
non più di 60”.
Dal punto di
vista pratico, gli sprint dovranno essere divisi in blocchi di esecuzione
seguiti da una trasformazione sul piano.
Quantità: meglio fare piccola distinzione.
Per i meno
allenati:
4x15” sprint
in salita, recuperando 1’ tra ogni prova. Al termine dell’ultimo sprint si
recuperano 2’ (al posto di 1’) e poi si effettua una ripetuta in piano di 3’.
In questo caso la velocità deve essere quella del fondo veloce (es: gara di 5
km) avendo come finalità, più che la velocità, una buona tecnica di corsa. Al
termine dei 3’ veloci, si recuperano 3’ da fermi e poi si riparte da capo.
Inizialmente è sufficiente effettuare 3 blocchi per un totale di 12 sprint e 3
volte i 3’.
Per i
più allenati:
Lo
“scheletro” dell’allenamento è comunque il medesimo, ma possibile:
- aumentare
la lunghezza degli sprint, senza superare i 20” (100metri)
- diminuire
il recupero, almeno 40”
- aumentare
il numero dei blocchi e/o il numero degli sprint per blocco (fino a 6 sprint
per blocco e 5 blocchi)
Esempio
massimo di carico:
5x20” rec.
tornando 50” più 1×1000 per trasformare al piano, il tutto ripetuto 6 volte.
Totale 30 sprint e 6x 1000 mt.
In
conclusione:
Questo tipo
di allenamento, tanto più nella sua variante più blanda, può anche essere
definito di transizione; è quindi possibile svolgerlo tra due sedute di
maggiore carico o anche il venerdì precedente una competizione (per i più
allenati).
Dal punto di
vista fisiologico, lo stimolo principalmente ricercato è sulla gittata cardiaca,
ossia la capacità del cuore di pompare più sangue ad ogni singolo battito.
Grazie a questo allenamento si riescono a raggiungere rapidamente alte
frequenze difficilmente ottenibili con l’allenamento sul piano. A livello
muscolare riferito agli arti inferiori, la forza sviluppata è di tipo elastico
esplosivo.
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