MANCANO DUE SETTIMANE ALL'APPUNTAMENTO CON IL 2° MINITRAIL FORTE GAZZERA. NON PERDETE L'OCCASIONE DI FAR DIVERTIRE I VOSTRI BAMBINI CON UNA CORSA IN NATURA NELLA SPLENDIDA CORNICE DEL FORTE DELLA GAZZERA. VI ASPETTIAMO!!!
Bandiere sulle montagne non ne porto, sulle cime io non lascio mai niente, se non, per brevissimo tempo, le mie orme che il vento ben presto cancella "Reinhold Messner"
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sabato 29 aprile 2017
giovedì 27 aprile 2017
MINI TRAIL
Newsletter 27 Aprile 2017 | ||
Ciao Marini M, sembra passata una vita dall'ultimo minitrail eppure non sono trascorsi nemmeno 20 giorni. Chissà perché? Forse perché siamo tutti stati contagiati da una strana forma di "miniTrail-mania"? :-) Se avete voglia di rivivere quei momenti, o per chi non c'era: FOTO - Barbara Bellucco FOTO - Laura Failla FOTO - Elisa Rossetto Ma soprattutto, udite udite, eccoci pronti con un nuovo minitrail. MiniTrail di Selvazzano Dentro (Pd)Nuovissimo! Una novità assoluta nel nostro calendario, una nuova e comodissima "location", quella dei campi sportivi Ceron di Selvazzano D., per andare alla scoperta di un antico e poco valorizzato paesaggio, quello delle anse sinuose del fiume Bacchiglione! E allora forza, sotto con le iscrizioni, ma per piacere compilate il modulo entro VENERDì sera, per darci il tempo di preparare le liste: SCHEDA di ISCRIZIONE. ***DOMENICA 30 APRILE 2017 Selvazzano Dentro (Pd) Presso i campi sportivi "A. Ceron" e le golene del fiume Bacchiglione Via Euganea, 29 ore 10.00 (ritrovo 9.00) percorso unico: circa 3 km pianeggiante in ambiente naturale lungo il fiume Bacchiglione per bambini da 0 a 12 anni e ragazzi fino ai 17 anni iscrizione gratuita per i bambini e ragazzi, solo quota assicurativa per genitori o accompagnatori (0,50 €) Vi aspettiamo numerosi!!! | ||
Seguici su Fb | www.minitrail.it | Contattaci | ||
martedì 11 aprile 2017
100 MIGLIA DELL'ISTRIA
Dopo il tor si riparte. Il tor come sparti acque, il prima e
il dopo.
Il dopo sono le 100 miglia dell'Istria, gara dura per il suo
percorso ingannevole, facile e difficile in un'alternanza complicata.
Duro per le sue pietre piantate nel terreno.
Duro per le sue vette , non alte ma aspre.
Duro per i suoi rettilinei senza fine , lunghi, infiniti,
snervanti per la tua testa
Duro per le sue discese tecniche che vanno giù in picchiata ,
senza pause.
Dicevo il tor come sparti acque, tor che lascia il segno, al
fisico, alla testa.
Dopo di lui tutto sembra facile, ma facile non è. Ogni gara va rispettata , va vissuta, va
temuta e preparata.
Le 100 miglia gara che non so definire.
Bella , spettacolare in alcuni punti , brutta e noiosa in
altri, per questa difficile da decifrare e da affrontare.
Quando sei stanco ,stanco nel corpo e sopratutto nella
mente,il paesaggio ti prende a braccetto , ti aiuta , ti prende per mano e ti accompagna nel tuo andare. Istria è
stato questo nella prima parte nei primi 90 km,
meno nella seconda parte, quando i km aumentavano e i lunghi rettilinei
mettevano a dura prova la tua testa mentre le tue gambe cercavano un ritmo
accettabile.
Forse è questo il fascino di questa corsa, ti sorprende ,
cambia come un camaleonte.
Il piano in alcuni tratti sparisce all'improvviso per salite
verticali e discese complicate , per poi ritornare a confondere la tua mente e
martellare la tua resistenza.
Il viaggio è stato un viaggio, con i miei amici Alberto e
Massimo ,con i quali oramai condivido tanto, ci conosciamo, ci capiamo, ci
aiutiamo.
Ho scoperto terre e posti che hanno qualcosa da dire , da
raccontare. Ho trovato paesi arroccati in cima , che al momento maledici nella
tua salita , ma dopo ti regalano una bellezza da raccontare e ritrovare.
Ho trovato volontari sorridenti e disponibile, semnpre pronti
ad aiutarti.
La nostra gara è finita dopo 38ore, sotto l'arco io Massimo e
Alberto, si anche Alberto anche se la sua gara si era fermata al 90 per una
maledetta notte che ha fiaccato la sua resistenza...all'arrivo c'era anche lui
ad aspettarci , il primo a congratularsi il primo ad incitarsi.... e queste sono
cose e gesti da ricordare.
Questa volta la birra non c'era... pazienza forse qui non si
usa, ma per noi c'era e ci sarà sempre.... alla prossima
Massimiliano Tebaldi
lunedì 10 aprile 2017
7/9 aprile 2017 - 100 MIGLIA DELL’ISTRIA
Quest’anno abbiamo deciso di correre all’estero, e visto che il motto coniato per il 2017 è “basta gare lunghe”, ci siamo iscritti alla 100 Miglia dell’Istria, corsetta da 171 Km e 7000 m D+, un bel coast to coast da Labin a Umago.
L’appuntamento è importante, questa gara mi intriga
parecchio, però nello stesso tempo mi intimorisce.... durante questi mesi di
preparazione i dubbi sono stati molti, gara troppo lunga ad inizio stagione,
pochi lunghi sulle gambe, percorso che da l’idea di essere corribile,
caratteristica che non mi piace per niente, però alla fine, come sempre, la
sconsideratezza prevale sulla ragione e quindi si va!!!
L’approccio alla perduta terra d’Istria non è
proprio dei migliori, fila mostruosa alla frontiera tra Slovenia e Croazia, un
ora e mezza fermi in coda, conseguenza…. battuti tutti i record…. parcheggiata
la macchina selvaggiamente sul marciapiedi, espletata la procedura di controllo
materiali e ritiro pettorale, consegnate le sacche, cambio del vestiario, preparato
lo zaino, parcheggiata la macchina civilmente e supplicato gli organizzatori
per aspettarci con la navetta per andare alla partenza…. il tutto in 30’ netti,
neanche il Capitano Kirk di Star Trek con il teletrasporto avrebbe potuto fare
meglio!!!
Ansia ritiro pettorale a parte, finalmente si
inizia a correre, adesso l’unico obiettivo e arrivare alla fine e goderci
questo ennesimo viaggio!!! Il terreno non è facile, perlomeno nella prima metà
gara, il fondo alterna sfasciumi di roccia carsica, fogliame e radici affioranti
e lunghi tratti di strada poderale, mix che mette a dura prova testa e gambe. I
paesaggi però sono mozzafiato, vedere dall’alto il mare al tramonto che “entra”
all’interno della costa è impagabile.
Ormai sono entrato in modalità trail, ho messo in
conto che la fatica e il sudore mi accompagneranno per parecchie ore, però sono
in buona compagnia…. sono sempre con me i miei compagni d’avventura, gli amici fidati
Massi e Alberto, con Loro condivido questa passione che ci accomuna e che ci ha
fatto stringere un legame particolare!!!
Arriva la prima notte, correre di notte mi
affascina, la notte crea sempre una atmosfera particolare che enfatizza i
sensi, nasconde quello che ti circonda e mi assorbe completamente…. il cielo è limpidissimo
e splende una luna quasi abbagliante, tanto che in alcuni punti si potrebbe
spegnere la frontale!!!
Il percorso è impegnativo ma scorrevole…. l’aria è
fredda e ghiaccia il sudore sul viso, il ritmo è sempre lo stesso…. un passo
dopo l’altro, un ristoro dopo l’altro…. i ristori sono diventati il punto di
confine tra i chilometri fatti e quelli che restano da fare, il prossimo
ristoro diventa il prossimo obiettivo da raggiungere e questo gioco aiuta la
testa ad affrontare la fatica, questo alternarsi di pause e movimento diventa
quasi automatico!!!
90° Km, base vita, superata la metà gara…. adesso viene
la parte difficile da affrontare, mancano ancora 80 Km e su un percorso
piuttosto veloce con poco dislivello. Purtroppo Alberto si ferma, una nottata
non proprio delle migliori lo fa decidere saggiamente di non rischiare.
Devo dire che uscire dalla base vita non è stato
facile, sole a picco, caldo da paura, il pensiero di dover affrontare ancora
tanta strada, ma visto che non sono venuto in Istria per pettinare il collo
alle giraffe, richiamo il mio unico neurone assopito all’ordine, e riparto…. dopo
qualche minuto sono di nuovo in modalità trail, riprendo il mio ritmo senza
strafare, tanto di sicuro non ho ambizioni di podio!!!
Il percorso è abbastanza monotono, lunghi tratti di
strada poderale interrotti da qualche salitina…. ogni tanto l’ingresso in una borgate
medioevale ti risveglia dal torpore del tuo andare costante…. vedere la gente
che ti guarda allucinata il sabato sera mentre si rilassa seduta al tavolo di
un ristorante, con una magnifica veduta su una vallata al tramonto, ti fa ritornare
in mente la solita domandina…. ma chi caxxo me lo ha fatto fare…. purtroppo alla
domandina ricorrente non ho ancora dato una risposta, ecco perché sono qua a
far fatica come un pirla!!!
Il viaggio continua e inizia anche la seconda
notte, il buio ti riavvolge di nuovo, la stanchezza inizia a farsi sentire, i
piedi reclamano un po’ di sosta, ma è la mente che comanda e ti dice che devi
continuare, perchè vuoi a tutti i costi raggiungere il traguardo, vuoi a tutti
i costi concludere questa gara che hai affrontato quasi per gioco, con
leggerezza, e adesso ti sta presentando il conto!!!
I volontari che trovo ai vari ristori sono fantastici,
cercano in tutti i modi di metterti a tuo agio, alcuni parlano in italiano,
altri no, ma comunque riusciamo sempre a capirci, anche quando sul tavolo trovi
una bottiglia di “rakija” al posto dell’acqua, una sorta di grappa Croata, e
rischi di fare una ripartenza a razzo!!!
Finalmente l’ultimo ristoro a Guia, segno che ormai
l’arrivo è vicino, mancano 13 Km, praticamente tutti in piano, da fare tutti d’un
fiato…. o quasi…. inizia ad albeggiare sono ormai quasi passate 38 ore dal
momento della partenza, 38 ore di completo distacco dalla vita di tutti i
giorni, dai ritmi normali, dalle cose che sei abituato a fare quasi automaticamente….
in lontananza si intravedono le case di Umago, finalmente il traguardo…. con Massimiliano
passiamo assieme sotto allo striscione dell’arrivo…. Alberto ci è venuto
incontro…. una grande gioia nel vederlo e nello stesso tempo una grande
amarezza perché non siamo riusciti ad arrivare tutti e tre assieme al traguardo!!!
L’avventura si chiude qua…. mi consegnano la
medaglia da finisher, finisher di questa 100 miglia dell’Istria, finisher di
questo viaggio che mi sembra durato una vita…. la modalità trail si spegne in
automatico, tutto finito, la fatica, il sudore, i momenti di allegria e di
sconforto con gli amici compagni di gara, si ritorna alla vita normale…. basta
gare lunghe…. per adesso!!!
martedì 4 aprile 2017
MINI TRAIL
Ma è già ora di mini e JuniorTCE???
ASSOLUTAMENTE Sì.
Pochi giorni ci separano dall'evento minitrail più atteso dell'anno.
Eh sì perché, senza nulla togliere a tutti gli altri, qua siamo all'università del minitrail!
Dove tutto è nato (il primo minitrail della storia e la prima junior trail) e dove è stato anche registrato il record di partecipazione, con 174 bambini e ragazzi di corsa!
E allora, vogliamo batterlo questo primato?
Medaglie? Ce n'è!
Panini, pure...
Non rimane che iscriversi:
ecco il LINK per la SCHEDA di ISCRIZIONE.
***
Domenica 9 aprile
in occasione della Traversata dei Colli Euganei (TCE)
a Villa di Teolo (Pd)
Presso il Centro Parrocchiale
ore 9.45 Junior TCE
4,5 km 160 m+
per ragazzi da 13 a 17 anni
e bambini dai 10 anni esperti!
ore 10.00 mini TCE
2,5 km 80 m+
per bambini da 0 a 12 anni
Iscrizione gratuita per bambini e ragazzi, solo quota assicurativa per eventuali genitori o accompagnatori (0,50 €)
Vi aspettiamo numerosi!!!
lunedì 3 aprile 2017
SAUCONY PEREGRINE 7
Oggi il nostro tester ufficiale,
Gianluca “Gaggio” Gaggioli, ci racconta della sua esperienza con la nuova
Saucony Peregrine 7.
Ad un primo
sguardo, si potrebbe pensare che questa 7ima
versione della Peregrine non
sia poi tanto differente dalla precedente. L’intersuola e la suola sembrano le
stesse, le modifiche alla tomaia cosa vuoi possano influire? Viene da dubitare sia questione di “solo
merchandising…”
Saucony
Peregrine 7 – anche la tomaia è cambiata
Ma questo pensiero – a volte veritiero – è molto
lontano dalla realtà, in questo caso.
Perché anche la tomaia, al
di là dell’estetica, è cambiata, e di
parecchio. Adesso è più “rigida”
e contenitiva, grazie all’adozione di una struttura
in TPU che la ricopre,
come fosse un vero e proprio esoscheletro, che include anche la conchiglia del
puntale, rigida ma non tanto protettiva. La calzata, alla prima prova, risulta
quasi stretta, intorno all’alluce; ma è solo questione di correrci pochi km,
che si ammorbidisce, e tenere questa scarpa al piede risulta
confortevole.
L’adozione di una conchiglia esterna in materiale
plastico, rigido, al contrafforte tallonare, rende la tenuta molto molto
tenace.
Saucony Peregrine 7 – trazione ottima su fondi duri e friabili, meno su fondi bagnati
La suola resta la stessa del modello precedente, e così pure la superficie della la pianta d’appoggio, un pelo più larga – all’avampiede – rispetto alla maggior parte delle scarpe da trail di categoria performance. Trazione ottima su fondi duri e friabili, meno su fondi bagnati, male su fondi fangosi, dove incide negativamente il fatto che la terra bagnata si incolla tra tasselli, e se ne liberi difficilmente, annullandone la capacità di “mordere” il fondo.
Saucony Peregrine 7 – la terra bagnata si incolla tra tasselli
Saucony
Peregrine 7 – passo più reattivo
Anche l’intersuola appare la stessa – stesse misure, altezza
al tallone 21.5, altezza all’avampiede 17.5– ma al suo
interno è stato inserito
un ulteriore inserto di gomma Everun, che non è più limitato alla sola
zona del crashpad posteriore, ma è un vero e proprio cuscino, posto proprio
sotto al piede, esteso per tutta la lunghezza dell’intersuola.
A che pro? a
migliorare la capacità di assorbimento del fondo e rendere allo stesso tempo il passo
più reattivo, restituendo molta dell’energia impressa nel passo; come
dichiarato dagli ingegneri Saucony.
Questo
dovrebbe rendere la Peregrine 7 una scarpa molto efficiente,
specialmente per chi ha un passo con rullata tacco-punta.
Difficile
verificare e misurare i miglioramenti di prestazione della scarpa conseguenti a
questa modifica strutturale, rispetto alla precedente versione.
Saucony
Peregrine 7 – prove di corsa
Comunque, provando a correre su sentieri facili senza
dislivello, adottando diversi
ritmi, è parso di avere una migliore
efficienza della scarpa procedendo
a ritmi
elevati, sotto i 5’/km, forse proprio perché a questa velocità si può
sfruttare meglio le capacità di rebound della gomma; mentre
la scarpa diventava un po più pesante e lenta in risposta a ritmi lenti, sopra
i 5’30km.
Comunque, al di
là delle prestazioni, possiamo già accontentarci del fatto che ci sia uno strato di
ammortizzazione in più, a proteggere il piede e rendere la corsa
più confortevole.
Cosa che,
unita alla presenza di un rockplate sotto le dita del piede (anche
il rockplate ha bisogno di qualche km per “ammorbidirsi”) rende questa scarpa molto
confortevole sui fondi
più dissestati, ben ammortizzante al tallone in fase di appoggio (quindi
bene in discsa), senza rinunciare a essere flessibile all’avampiede,
riuscendo a “copiare” bene il profilo del fondo, offrendo una sicura “presa”
d’appoggio (di
nuovo, bene in discesa).
Pro
Calzata tenace,
confort di marcia
Contro
Grip sul bagnato, non scarica il fango; puntale poco protettivo per
una scarpa da velocità.
Per chi è
Soprattutto
atleti di peso normale o leggero, performanti, “muscolari”,
che cercano una scarpa per corsa a ritmi veloci.
Per cosa è
Brevi e lunghe distanze su percorsi veloci, o con molto dislivello, in condizioni
asciutte.
Saucony
Peregrine 7 – una scarpa da corsa, non da camminata
Considerazioni
finali
Una scarpa da trail running che sulle prime risulta quasi
“antipatica”, per la sua rigidità generale, ma una volta rodata,
risulta comoda,
e ci si può fare affidamento:
in discesa,
alla prime
luci del mattino, col sole contro, basso, la cui luce veniva
riflessa dal fondo bianco/argenteo, (senza occhiali da sole), impossibile
pre-vedere il sentiero… mi son lanciato alla cieca, e sono arrivato in fondo
(dopo ben 2km..) senza mai accusare momenti di incertezza.
Il suo forte è la capacità di accompagnare la spinta
in salita, e l’appoggio in discesa, sia si punti il fondo col tallone, che con
l’avampiede.
Una scarpa che rende al meglio se si può “pigiare”
bene; ci si può fare anche
una 100km trail, se si è in grado ci farla a un ottimo ritmo. E’
una scarpa da corsa, non da camminata.
Fonte: MudandSnow
CORSA IN MONTAGNA, TRAIL RUNNING E SKYRUNNING… FACCIAMO CHIAREZZA
Negli ultimi anni hanno preso piede molte discipline della corsa che
si svolgono in ambiente montano o
comunque a contatto con la natura.
Dopo anni di corsa su strada anche il sottoscritto è rimasto affascinato da
questa realtà. La possibilità di correre immerso nella natura, mi dà la
possibilità di sentirmi parte di essa e il continuo cambio di paesaggio crea
sempre nuovi stimoli durante la corsa; l’ambiente circostante attira la mia
attenzione a tal punto da farmi sentire meno anche la fatica.
Queste attività hanno radici molto lontane: noi ora lo facciamo per
passione, ma in passato erano frutto di esigenze quotidiane. Mio
padre mi ha raccontato diverse volte che da ragazzino, abitando su una
montagna, seppur cittadina (con un’altezza di circa 800m), doveva salire e
scendere più volte al giorno per raggiungere la città e
svolgere le normali mansioni quotidiane, come recarsi a scuola o andare al
mercato. Se 60 anni fa qualcuno gli avesse detto che questo continuo salire e
scendere sarebbe poi diventato uno sport, probabilmente si
sarebbe fatto una risata (tra l’altro sulla montagna dove è cresciuto vengono
organizzate varie gare).
La cosa che però all’inizio mi ha lasciato un po’ frastornato è stata la
poca chiarezza inerente a queste discipline. Incontravo gente che mi diceva:
“io sono un trail runner“, altri che si
definivano skyrunner ma a me
sembrava invece che semplicemente corressero tutti in montagna…
Poi, frequentando e vivendo questo mondo ho colto le sottili differenze:
La Corsa in Montagna, in Italia è gestita e
regolamentata dalla FIDAL (Federazione
Italiana di Atletica Leggera) e nel mondo dal IAAF (International Association
of Athletics Federetions). Si svolge in ambiente montano con brevi tratti
asfaltati che non devono superare il 20% della lunghezza totale, la quota
massima non deve superare i 3.ooo metri di altitudine e la pendenza media deve
essere compresa tra il 5 e il 20% . Da regolamento tutto il percorso deve
sottostare a determinati requisiti di sicurezza.
Lo Skyrunning in Italia è gestito dalla FISKY (Federazione Italiana Skyrunning) e nel
mondo dalla ISF (International Skyrunning
Federation). Si svolge anch’esso in ambiente montano con brevi tratti asfaltati
che non devono superare il 15% della lunghezza totale, ma in questo caso la
quota massima può superare anche i 4.000 metri. I percorsi sono più tecnici e
impegnativi, persino passaggi attrezzati con corde fisse o catene, le pendenze sono
maggiori e ci si può avvalere dell’utilizzo dei bastoncini durante le salite
più impegnative; in ogni caso il percorso non deve però superare il secondo
grado di difficoltà alpinistica. Le gare sono divise in 4 discipline: Vertical,
Skyrace, Ultra e da quest’anno anche le Extreme.
Il Trail Running è un tipo di corsa che si pratica su
sentieri sterrati o mulattiere, con percorsi meno impegnativi rispetto allo
Skyrunning, ma che apre le porte anche ad altri ambienti che non sono solo
alpini. Si svolgono gare anche in luoghi che hanno caratteristiche più
collinari, di pianura o addirittura desertiche. Durante il 50° Congresso IAAF
tenutosi a Pechino nell’agosto 2015, il trail running è stato riconosciuto come
disciplina dell’atletica leggera (quindi in Italia regolamentato dalla FIDAL).
Queste gare negli ultimi anni stanno aumentando notevolmente il loro
chilometraggio, come ad esempio la famosa Lavaredo Ultra Trail con i suoi 118km
e 5.850 metri di dislivello.
Consiglio a chi vuole cimentarsi in questo tipo di corse (a prescindere
dalla specialità scelta), di iniziare scegliendo una calzatura adeguata (ormai
fanno scarpe categoria A5 Trail Running per tutte le esigenze, gusti e prezzi).
Scegliere i percorsi in maniera graduale, sia per quanto riguarda la lunghezza
che il dislivello, ma anche sulla base dell’aspetto tecnico. Svolgere questa
attività nella condizione di massima sicurezza possibile, preferibilmente
in compagnia di qualcuno e se non è possibile, almeno avvalendosi dell’ausilio
di un telefono cellulare o un localizzatore gps, in modo da poter contattare
tempestivamente un soccorso in caso di urgenza ed essere rintracciati anche se
ci si trova in un luogo remoto. Cosa non meno importante, rispettare la natura che ci circonda ed affrontare
la montagna con consapevolezza e rispetto.
Fonte: Nonsolotrail.it