La gara è finita prima del tempo , il viaggio no. Pretenzioso pensare di chiudere una gara del genere dopo 40 giorni di stop, con un ginocchio malconcio e una forma latente. Ci ho provato, ho dato tutto fino all'ultima goccia della mia energia, ho messo da parte il dolore , mi sono fatto guidare dai miei occhi , dalle mie sensazioni, dai miei sogni, dalle mie speranze, ma ho dovuto dire stop, fermarmi, perché la montagna è anche questo.... capire quando l'interruttore si spegne e lasciare il gioco alla parte che gli compete, godere di quello che hai vissuto e vivere del presente. Peccato, volevo viverli tutti questi 105 km, prendermi la montagna di giorno e di notte, farmi guidare dalla luna che rifletteva in quel paesaggio essenziale, condividere l'ennesima avventura con Massimo e Alberto.
Massimo l'unico dei tre che si è preso il merito di finisher,
io e Alberto, che invece ci siamo presi
l'altro viaggio, quello che, finito l'ardire agnostico, ci ha portato a
andare per monti con ritmi blandi e occhi aperti.
Ci siamo presi la notte stellata in una tenda montata in
mezzo alla montagna, la cena condivisa con nuovi amici, il silenzio assordante
della nottata, lo sguardo severo delle cime sovrastanti, la tranquillità dei
nostri pensieri….
E' stato bello, salire a cercare quelle forcelle messe in
posizione verticale, è stato duro combattere l'altitudine e l'aria rarefatta
che ti seccava labbra e bocca, è stato emozionante perdersi in quel paesaggio
lunare.
E' stato bello incontrare villaggi berberi dove l'unico forma
di progresso era l'antenna satellitare sui tetti delle casa fatti di fango e
roccia rossa.
E' stato bello essere accompagnato da nuvole di bambini che
con un sorriso incastrato in un viso dolce
ti chiedevano bon bon o qualsiasi cosa che gli potesse regalare un po' di
novità e felicità.
È stato bello ritrovarsi in un mondo talmente diverso dal nostro da non
capire come possa esistere tale differenza di vita, come si possa vivere di
così poco, di cose essenziali, di una economia basata sul sostentamento, senza
fronzoli, senza eleganza, senza apparire.
Noi con le nostre scarpe super tecniche, loro con i lor
infradito o ciabattine da piscina che saltellano da masso a masso. Le donne o
le bambine camuffate da donne, con enormi fasci di erba a risalire la montagna
per portare cibo ai loro animali, o
piegate al fiume a lavare i loro panni sbattendoli sulla roccia come si faceva
un tempo. Tutto fermo, tutto estremamente
affascinante per noi che veniamo da un mondo frenetico e
appariscente, ma immensamente duro per
loro, che da li non ritorneranno a casa una volta stufi e non avranno nulla da
raccontare sotto forma di avventura, questa per loro è solo realtà, per noi una
parentesi da raccontare.
Altro mondo, altra dimensione, altra storia. Tu li ha provare
il tuo fisico per gioco, loro a provare il loro fisico per vivere.
Il loro sorriso, la loro gentilezza, il loro rifiuto a farsi
fotografare....
Passi nel villaggio e sei a disagio, non vuoi disturbare il
loro vivere, li guardi, corri, passi oltre, ti domandi.. continui con il tuo
fiatone, impugni i tuoi bastoni, viaggi e ti domandi.
Cerchi la cima, procedi cerchi la gara, pensi, ti fai
cullare da quelle splendile vallate, quelle montagne aride, come arida è la
vita che le circonda .
Scruti, guardi, osservi. I
loro muli domati da selle colorate straripanti di ogni tipo di merce, i
loro vestiti colorati e consumati, i loro occhi ridenti, la loro fierezza…. c'è molto da scoprire e c'è
molto da vivere.
E' stato bello, e' stato un viaggio….... è stata una bella
esperienza condivisa con chi la volevo condividere, i miei amici Massimo e
Alberto, una certezza che rassicura il mio andare in montagna.
Anche questa
volta ho rivissuto quella sensazione che salendo solo verso l'alto hai.
Il cuore a mille, il respiro incastrato nel tuo corpo che
vorrebbe far esplodere i tuoi polmoni, il sudore che cade dalla tua fronte, le
gambe che spingono, il corpo che cerca adeguamento, gli occhi che cercano …..
Trovare una cima, scenderla, saltare di qua e di la, correre
dove riesci a farlo, camminare dove non riesci a correre.... è quello che
cerchiamo è quello che vogliamo... grazie Marocco, grazie di tutto.... è stato
bello.
alla prossima
Massimiliano Tebaldi
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