giovedì 6 luglio 2017

ULTRA VERTICAL DI THE NORTH FACE


La Ultra Vertical di The North Face nasce per vertical, skyrace e trail corti, anche se il nome potrebbe ingannare relegandola, a torto, a un uso riduttivo per le gare di sola salita.
La scarpa in questione è stata testata in particolare al Trofeo Monte Chaberton, storica skyrace piemontese, caratterizzata da una varietà di terreni notevole, salite ripide e discese tecniche, sentieri, ghiaioni, rocce, strade bianche, asfalto (pochissimo), neve e, per non farci mancare nulla, fango e rocce bagnate dal temporale notturno.


La Vertical si presenta larga nella parte anteriore, lasciando ampio spazio alle dita, ma allo stesso tempo stabile poiché fasciante sul collo del piede; l’allacciatura è abbastanza corta e potrebbe dare fastidio nel caso venga tirata molto a chi ha l’arco plantare accentuato, ma permette un ottimo bloccaggio. La tomaia risulta leggera e asciuga velocemente, non fa surriscaldare il piede anche in condizioni di caldo accentuato, non ci sono punti di pressione fastidiosi durante la flessione ad eccezione della linguetta, morbida ma forse eccessivamente corta e che va a premere anteriormente alla base della caviglia. È però fortunatamente più stabile a differenza di quella della sorella per lunghe distanze, la TNF Ultra Endurance. Piacevole la sensazione di comodità data dalla ghetta interna, la cui funzione di fermare i detriti è però limitata. Il puntale svolge discretamente il suo ruolo, bisogna fare attenzione alle pietre, soprattutto quando le gambe iniziano a essere stanche, non essendo tra i più rinforzati.
Buon supporto nei traversi nonostante la tomaia morbida grazie alla ridotta altezza da terra.
La scarpa risulta non eccessivamente secca ma precisa, si percepisce sempre quello che capita sotto il piede ma raramente in modo fastidioso, ovviamente questa tipologia di scarpa si addice di più a pesi leggeri e con un minimo di tecnica di corsa corretta.
La forma della scarpa limita la rullata classica e aiuta a correre più in spinta, essendo pensata per gare corte e nervose. Il drop di 6 mm è un buon compromesso tra reattività, soprattutto in piano e in discesa, e affaticamento in salita, soprattutto andando al passo.


La suola in Vibram Megagrip è ormai una certezza sul mercato, garantendo un ottimo grip in tutte le condizioni; il disegno specifico della Vertical inoltre permette un ottimo scarico riguardo al fango. In discesa la tassellatura inversa sul lato esterno all’inizio può persino creare qualche problema, in quanto ci si aspetta un effetto “scivolata” maggiore, soprattutto su terreni cedevoli, viceversa sembra di “piantarsi”; quando poi si prende confidenza permette di lasciar andare le gambe anche nel tecnico, dando sempre grande sensazione di controllo anche nei ghiaioni. Per ora risulta essere il miglior disegno provato dal sottoscritto.
Da valutare la durata della tomaia e della suola, pur sapendo che scarpe di questa tipologia difficilmente hanno una vita chilometrica particolarmente lunga.
In definitiva un’ottima scarpa che va decisamente bene in ciò per cui è stata studiata, sicuramente nell’elite del segmento.
Se vogliamo trovare dei difetti sono il disegno estetico, preticamente uguale a tutte le altre scarpe della stessa casa, e una sola possibilità cromatica, tra l’altro non particolarmente accattivante, ma entriamo nella soggettività e nei gusti personali.
Pro: traspirabile, comoda, ottimo grip in salita e molto precisa in discesa e nel tecnico.
Contro: puntale un po’ esile, calzata probabilmente non perfetta per tutti i piedi, estetica.

Marco Goglino
fisioterapista, personal trainer, runner, scialpinista



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