Un regime
nutrizionale con basso apporto di oligosaccaridi fermentabili, disaccaridi,
monosaccaridi, polioli (FODMAPs) è in grado di ridurre i sintomi della sindrome
IBS (Irritable Bowel Syndrome).
Il ruolo dell’alimentazione nel
controllo dei sintomi della sindrome dell’intestino irritabile ha acquisito una
posizione di sempre maggiore spicco negli ultimi anni. Il criterio diagnostico Rome IV definisce
la IBS come dolore addominale ricorrente o discomfort almeno 1 volta a
settimana negli ultimi 3 mesi. Inoltre secondo tale criterio i sintomi
migliorano con la defecazione, e si manifesta inizialmente un cambiamento della
frequenza di evacuazione, con alterata forma o aspetto delle feci.
Solitamente la sindrome si
manifesta in età adulta ma può essere diagnosticata ad ogni età. La
patofisiologia dell’IBS vede il coinvolgimento di meccanismi come la
distensione intestinale, l’alterata motilità, l’ipersensibilità intestinale e
la distruzione della permeabilità intestinale. Diverse modalità terapeutiche
che hanno come target questi meccanismi sono state implementate nella gestione
della IBS, tra cui antispasmodici, lassativi, antidepressivi, antibiotici e
terapia comportamentale. La dieta è solo uno degli aspetti di trattamento, ed è
più efficace quando è parte di un approccio integrato.
La dieta è fondamentale per la
riduzione dei sintomi, tuttavia l’interazione alimenti-sintomi è complessa e
non totalmente compresa, oltre a manifestare una variabilità notevole tra
pazienti. L’approccio tradizionale vedeva il consiglio di aderenza a un pattern
molto ripetitivo di alimenti, evitando ampi pasti, riducendo l’intake di
grassi, fibre insolubili, caffeina, spezie e cibi che evocano la produzione di
gas, come le bibite gasate.
Le fibre alimentari e sotto forma
di integratori, in particolare come psyllium, l’acido policarbofilico sono
spesso indicati dal dietologo o dal biologo nutrizionista. Entrambi questi prodotti
sono caratterizzati dalla presenza della fibra di tipo solubile, la unica
associata ad un miglioramento dei sintomi della IBS. Una dose inizialmente
moderata può essere gradualmente portata a 20 o 30 g/giorno, spesso con buoni
risultati sulla sintomatologia.
Evitare la fibra insolubile e il
grano
Solo il 4% dei pazienti con IBS è
affetto anche da celiachia, tuttavia sulla prevalenza della sensibilità al
glutine c’è probabilmente confusione a causa di parziale sovrapposizione dei
sintomi delle due patologie. Alcuni studi hanno approfondito la tematica,
evidenziando un possibile legame tra il consumo di glutine e l’incidenza di
IBS: i sintomi della patologia sono spessi peggiorati dal consumo più o meno
frequente di cibi contenenti glutine. Se lo sviluppo dei sintomi della IBS sia
indotto da glutine non è ancora chiaro.
In studi con pazienti IBS i cui
sintomi miglioravano in seguito all’avvio di una dieta gluten-free e
low-FODMAP, i sintomi non ritornavano con la reintroduzione del glutine,
aspetto che ha suggerito che sarebbero i fruttani i componenti
del grano a cui imputare lo scatenamento dei sintomi.
Probiotici
I probiotici stanno emergendo come
integratori dietetici per pazienti con IBS, parallelamente alla maggiore
consapevolezza dell’importanza del microbiota intestinale. In aggiunta ai loro
effetti sul microbiota intestinale, i probiotici hanno mostrato un effetto
antinfiammatorio, la modulazione della motilità e ipersensibilità intestinale,
con ripristino dell’integrità epiteliale.
L’integrazione del ceppo di Lactobacillus
rhamnosus GG in uno studio danese ha mostrato effetti migliorativi sui
sintomi della IBS.
Cosa sono i FODMAP e perché sono
importanti nella IBS
Il termine FODMAP è stato coniato
da alcuni ricercatori australiani per descrivere un insieme di carboidrati
fermentescibili scarsamente assorbiti a livello intestinale, e naturalmente
contenuti in molti cibi:
-Oligosaccaridi (tra cui fruttani,
inulina, e galatto-oligosaccaridi)
-Disaccaridi, tra cui lattosio e
saccarosio
-Monosaccaridi, tra cui il
fruttosio
-Polioli, tra cui sorbitolo e
mannitolo.
L’intake di FODMAP tra cui
fruttosio, è aumentato nei Paesi Occidentali nel corso degli ultimi decenni a
causa di un’aumentato consumo di frutta e succhi concentrati, cosi come l’uso
diffuso di sciroppo di glucosio nei cibi processati e nelle bevande.
FODMAP SONO SCARSAMENTE ASSORBITI
A LIVELLO INTESTINALE
La loro digestione è lenta o nulla
a causa della mancanza di enzimi idrolitici da parte del nostro intestino,
aspetto unito al lento trasporto attraverso la mucosa intestinale. Eccesso di
FODMAP nel tratto distale dell’intestino tenue e nel tratto prossimale del
colon determina un incremento della pressione osmotica, portando acqua nel lume
intestinale. I FODMAP sono rapidamente fermentati dai batteri del microbiota,
producendo gas, distensione intestinale, alterando la motilità della
muscolatura liscia, tutti aspetti che si identificano nel quadro sintomatologico
della IBS.
LISTA DEI FODMAP
I fruttani sono
polimeri del fruttosio non assorbitili per l’intestino umano. Non ci sono
idrolasi intestinali specifiche né meccanismi di trasporto diretto di questi
composti attraverso l’epitelio. Alcune tracce di fruttani sono ottenute e
assorbite da alimenti come grano e cipolle.
I galattoligosaccaridi sono
disponibili per la fermentazione microbica dopo la digestione a causa della
mancanza della alfa-galattosidasi nell’intestino umano. Fonti alimentari comuni
sono legumi, noci, semi, alcuni cereali, latticini.
Il lattosio è
scarsamente assorbito in persone con deficit della lattasi (50% della
popolazione italiana circa). E’ presente in prodotti contenenti latte ma anche
aggiunto a cibi commerciali come pane, torte e alcuni prodotti dietetici.
Il fruttosio è il
FODMAP più abbondante della dieta occidentale. E’ presente come zucchero libero
o generato dalla idrolisi del saccarosio. Nell’intestino la capacità di
assorbimento è limitata dalla saturazione di un recettore di trasporto da parte
del glucosio. Le maggiori fonti di fruttosio nelle diete Occidentali sono
frutta, prodotti contenenti frutta, e miele.
Polioli come sorbitolo e manipolo
sono assorbiti tramite diffusione passiva perché non hanno sistemi di trasporto
intestinali dedicati. Si trovano in frutta e verdure. I chewing-gum sugar-free
sono fonti ricche di sorbitolo.
LA DIETA LOW-FODMAP RIDUCE I
SINTOMI DELLA IBS
La dieta a basso contenuto di
FODMAP ha mostrato evidenze in numerosi studi per quanto riguarda la riduzione
e remissione dei sintomi da IBS. In particolare nausea, gonfiore, dolore
addominale e diarrea erano drasticamente ridotti in risposta alla riduzione di
fruttosio e fruttani nella dieta.
Approccio combinato nutrizionale +
integrazione di probiotici ha mostrato i migliori risultati a livello
sintomatologico.
Enrico Ponta
Biologo Nutrizionista – enricogabriele.ponta@biologo.onb.it
Fonte:
TrailRunning.it
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