Devo essere sincero, ho impiegato un pò di tempo ad elaborare questa recensione, in quanto avevo molti dubbi sulla concettualità di questa calzatura per il trailrunning, ma dopo averla provata, anche se per pochi km, è uscita l’ispirazione. E si perché, anche per una calzatura, non propriamente comune come quelle da trail, ha bisogno di tempo per essere “metabolizzata”, in quanto è uno strumento molto importante per noi trailers. Ed eccomi qui per raccontarvi un idea geniale.
Partiamo dal protagonista: Scott Jurek, famoso
ultra maratoneta americano, lo vediamo coinvolto nelle vicende del famosissimo
libro “Born to Run“,
che ha contribuito ad aumentare la sua notorietà. Nel mese di maggio del 2015
decise di attraversare l’Appalachian
Trail (3500 km) cioè 2189 miglia, da cui
prende il nome della calzatura in questione. Scott percorse il
lunghissimo trail in 46 giorni 8 ore e 7 minuti, abbassando il record di 3h.
Ovviamente le calzature utilizzate furono proprio le Brooks Cascadia, consumandone
solo, si fa per dire, due paia. La collaborazione fra Juerk e Brooks,
sulla progettazione e realizzazione della famosa calzatura, dura dai
primi anni 2000.
2189 non è
solo il numero delle miglia percorse da Scott, ma sono anche le paia di scarpe
prodotte in questa serie limitata, per celebrare l’impresa. Altra curiosità,
nei materiali riciclati impiegati per realizzare le suole dei 2189 esemplari,
ci sono anche le calzature dismesse e realmente utilizzate dall’atleta
americano.
Bene…descritto le motivazioni che hanno portato alla realizzazione della Cascadia
11- 2189passiamo alle impressioni e dettagli di questa
calzatura.
Estetica: esteticamente
la Cascadia 11 – 2189 si presenta con colori abbastanza
“tranquilli” senza troppi eccessi. La tomaia ha degli inserti di colore
giallo, rosso e grigio. Le bande laterali portano il nome di Scott Jurek,
mentre nell’inserto sulla conchiglia, riporta il suo autografo.
Suola: di
colore bianco e rosso con una tacchettatura differenziata nelle varie zone
d’appoggio. Nella parte anteriore troviamo degli inserti adatti per una presa
sul terreno, che provati su sentiero umido, hanno prodotto immediatamente una
sensazione di sicurezza e stabilità. Dalla seconda metà, verso il tallone,
troviamo degli inserti a “lamella” probabilmente concepiti per un atterraggio
sicuro del piede in discesa, per garantire una maggiore presa e frenata. Il
contorno della suola è stata inserita una tecchettatura più fitta ma nello
stesso tempo più piccola. I punti di flessione non corrispondono perfettamente
alla tomaia, nonostante ciò non creano nessun problema durante l’escursione del
piede.
Tomaia: prodotta in
materiale sintetico, traspirante nella parte dell’avampiede fino alla zone del
“collo”. L’allacciatura con le classiche stringhe con l’aggiunta dei fori in
corrispondenza del collarino, permettono una buona chiusura. La conchiglia è
abbastanza rigida, per una maggiore protezione del tallone, mentre il collarino
è molto confortevole e morbido. Per quanto riguarda la parte in punta della
tomaia e di conseguenza tutta la parte sotto, cioè la suola, non mi trova molto
soddisfatto per la scelta adottata dall’azienda, mi sarei aspettato un alloggio
delle dita dei piedi più ampia, per permettere maggiore mobilità e funzionalità
delle stesse, durante la fase d’atterraggio.
Comfort: la
Cascadia, sin dai primi modelli, è sempre stata una calzatura molto
confortevole, il sistema di ammortizzamento DNA permette una buona protezione
al tallone, per gli atleti che applicano ancora la tecnica di corsa con
rullata. I materiali impiegati per realizzare la suola e l’intersuola,
garantiscono massima flessibilità ed elasticità. Già testata nelle
versioni precedenti, permette anche una discreta durata. Da questo punto
di vista direi che possiamo definirla adatta anche per distanze più impegnative
oltre i 45 km, ovviamente il test migliore l’ha già fatto proprioScott Jurek percorrendo
l’incredibile distanza.
Conclusioni: sicuramente è una calzatura adatta al trailer medio, alla ricerca di una calzatura ben strutturata e protettiva, quindi non leggerissima. Mi sento di consigliarla a tutti quelli che intraprendono la disciplina in autonomia, senza pensare molto alle dinamiche di tecnica e di corsa escludendo estremismi di minimalismo. La Cascadia 11 risolve molti problemi di protezione e stabilità, insomma soddisfa appieno le richieste di molti atleti. Sicuramente con alcuni accorgimenti tecnici, accennati sopra, potrebbe diventare una calzatura unica nel suo genere. Per ora sfruttiamola per le sue caratteristiche, che sono sicuramente di ottimo livello.
Andrea Fergola
Istruttore Tecnico Trail Running, responsabile portaletrailrunning.it
Fonte: TrailRunning.it
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