Cazzo che levataccia….. sveglia alle 02.35, a quest’ora del mattino anche i 5’ fanno la differenza, l’appuntamento con Massi è prestissimo, abbiamo la navetta per il trasferimento dal Lago Morto sul Fadalto a Segusino alle 5 del mattino. Ma adesso che è sceso il livello di adrenalina mixata alle endorfine, con il senno di poi, è possibile alzarsi alle due e mezza di notte per andare a correre…… o meglio sderenarsi in montagna per 70 Km e svariate migliaia di metri di dislivello e arrivare a fine giornata fatto come un “caco”, tornare a casa dolorante e infilarsi a letto dritto senza neanche la forza di alzare le lenzuola!!!
Sembra
proprio di si!!!
Bando
alle minchiate…. Oggi siamo solo in due, io e Massimiliano Tebaldi, pronti ad
affrontare il Gran Raid delle Prealpi Trevigiane. Alberto, l’atro amico componente
il solito terzetto lo abbiamo lasciato andare, perché saggiamente ha scelto di
fare la stessa gara ma in versione short, quindi con partenza da turisti alle
nove della mattina… Lui non lo sa ancora, ma questo suo “tradimento” gli
costerà almeno due allenamenti di notte con minimo 5000 metri di dislivello!!!
La
giornata oggi è fantastica, dopo giorni di maltempo e temperature che di estivo
avevano veramente poco, finalmente il cielo limpidissimo e la temperatura sembra
buona, per adesso….
In
piazza a Segusino non siamo moltissimi, forse perché in tanti hanno scelto il
percorso corto o forse perché l’offerta del calendario gare nei fine settimana è
fittissima e quelli che corrono gli ultratrail ormai sono sempre gli stessi….
Comunque, “come se dise a Venessia”… pochi ma boni!!!
Si
parte puntualissimi alle 7, si gira un po’ in torno al centro del paese
correndo sul bitume ma in breve usciamo è iniziamo a salire…. Da qua in poi sarà
un continuo saliscendi sulle creste delle montagne del Trevigiano, spartiacque
tra la pianura e le montagne con la M Maiscola le nostre splendide Dolomiti.
Cerco
come al solito di prendere il mio ritmo… ho le gambe un po’ imballate, forse
non sono riuscito ancora a recuperare del tutto i Tre Castelli di domenica
scorsa, però resisto e mi autoconvinco che sicuramente con il passare del tempo
i muscoli inizieranno a sciogliersi e andrà meglio.
La
caratteristica di questa gara è quella di alternare salite veramente ripide a
tratti molto corribili su strada forestale anche di parecchi chilometri….. oggi
ho deciso di fare il primo test di inizio stagione per verificare il livello di
allenamento, l’unico obiettivo di quest’anno è il Kima a fine agosto, gara che
mi impensierisce non poco soprattutto per la rigorosità dei cancelli orari che
sono veramente stretti.
Ormai
con Massi ci siamo persi di vista, ogn’uno tiene il suo passo, siamo abituati
ad andare assorti nella nostra gara… tengo la testa bassa la salita per
arrivare alla prima cima, il Monte Zogo, è veramente lunga però una volta in
cima lo spettacolo che si apre è FAVOLOSO!!!
Mi
fermo per un attimo a guardare le cime che si vedono in distanza… Pelmo,
Sorapiss, Marmolada, Antelao, Cima D’Asta, tutte le cime dell’Alpago…. da
togliere il fiato!!!
Intravedo
in distanza anche le antenne del Col Visentin…. con le creste delle Prealpi
Trevigiane che, come una linea immaginaria disegnata sul terreno, congiungono
la sua cima con il punto in cui mi trovo…..
Da
qua in poi inizia la danza…. discesa, salita, discesa, salita, un moto continuo
interrotto ogni tanto da qualche bel tratto di forestale in leggero saliscendi
che ti permette di sciogliere un po’ le gambe.
Arrivo
al Passo Praderadego, adesso parte una delle tre salite veramente simpatiche di
questa gara… la salita del Col dei Moi, non è lunghissima ma la pendenza è
veramente impegnativa… intanto il sole ha iniziato a scaldare l’aria, non fa
particolarmente caldo perché tira sempre un leggero venticello che rinfresca,
però di sicuro sti sbalzi di temperatura che ti portano, in un paio di giorni,
ad avere variazioni anche di 15 gradi faranno sicuramente pagare pegno prima
della fine.
Via,
andato anche il Col dei Moi, un’altra breve erta e poi giù al Passo San Boldo
dove praticamente c’è una festa…. un sacco di gente che applaude e incita i
concorrenti che arrivano… qui infatti è previsto il cambio per chi fa la staffetta.
Riparto
dal ristoro quasi subito, adesso altra botta sui denti, la salitella per il
Monte Cimone, me la ricordo ancora dal 2014, il primo tratto in bosco ripido,
veramente ripido, le gambe sono ancora imballate dalla discesa…. Cerco di
prendere il ritmo, che però non vuole farsi prendere è sempre due passi avanti
a me…. Sono rimasto solo, non siamo tanti in gara e ci siamo frazionati
parecchio, passeranno parecchi chilometri prima di vedermi dietro una gentil
donzella che sale come un caccia!!! È la prima donna delle staffette… quando mi
raggiunge cerco di stimolarmi un po’ e mi metto dietro, ma cacchio devo
lasciarla andare dopo poco perché o schiatto sul sentiero o rallento….. era
veramente veloce.
Ormai
ci siamo, ancora un breve tratto di saliscendi e poi giù per quella maledetta
sterrata che porta all’ultima salita…. Il Gran Premio della Montagna… il Col
Visentin, ultimi 700 metri di dislivello in salita per poi spararsi giù all’arrivo…
spararsi è una parola grossa viste le condizioni in cui mi trovo.
Comunque
non sono venuto fin qua per smacchiare i giaguari e parto baldanzoso. Il primo
tratto è nel bosco e tutto sommato riesco a salire bene, senza grossa fatica,
ma il bello deve ancora venire… appena esco dal bosco e vedo cosa mi aspetta
devo essere sincero ho perso tutta la mia baldanza!!!
Salita
interminabile, ripida, tutta al sole, mai un tratto dove riprendere fiato,
quelle antenne la in fondo che sembra si allontanino sempre di più… ad un
tratto una scena da documentario di National Geographics, un capriolo o meglio
una “capriola” passa a manetta facendo balzi di qualche metro tagliandomi di
netto la strada una scena mai vista dal vivo, una scena che mi fa riprendere un
po’ di brio per chiudere questa agonia e arrivare al ristoro del 60°.
Fatta…..
finita sta salita micidiale…. finisco anche sta storia altrimenti la “tre cani”
mi fa una pippa!!! Meglio anche non mettere nero su bianco le svariate
tipologie di imprecazioni che ho estratto dal cilindro durante la discesa, però
bene o male sono arrivato al lago, sono arrivato all’arrivo, ho tagliato il
traguardo praticamente sderenato…. Ho sofferto non poco questa gara che però ci
tenevo a finire… dopo poco io e Massi siamo seduti con una bella birra gelata
in mano… e cosa vuoi di più dalla vita….. ma, chissà forse la DXT 103 fra tre
settimane!!!!
To
be continued… alla prossima.
Marini
Massimo
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